TUTTI A CASA
No, non vi parlerò di calcio giocato, tantomeno di quello che si dovrà giocare. Non starò qui a raccontarvi di come la Fiorentina affronterà il prossimo avversario, della squadra del prossimo anno o di quando rivedremo in campo Ribery. Ieri è stato il giorno più buio, l'attualità ci impone una riflessione. L'Italia si è fermata e lo ha fatto da Aosta a Ragusa, tutto lo stivale isole comprese è apostrofato come “Zona Rossa”. Da ieri abbiamo rinunciato tutti a qualcosa per il bene dell'Italia, lo ha annunciato lunedì in prima serata il Presidente del Consiglio Conte al termine di una giornata drammatica per quanto riguarda i numeri dell'epidemia e dell'economia. L'Italia tutta si chiude in casa con un decreto che blinda un paese in piena emergenza. L'unico modo per rallentare l'infezione che si propagava tra le persone e le regioni era questo. Privarci della nostra libertà quotidiana, di quel bene che abbiamo dato troppe volte per scontato e del quale forse oggi cominceremo a sentire davvero la mancanza. Non me ne vogliate ma quando ho appreso che in quel decreto c'era anche la sospensione del campionato ho tirato un sospiro di sollievo. Il calcio e tutti gli altri sport si mettono in pausa. Per quanto tempo? Non è dato ancora saperlo, il nuovo decreto ha vigore fino al 3 Aprile ma la sensazione e che il periodo si protrarrà di altre settimane. In pratica lo fa dopo l'imposizione del governo, una soluzione che sarebbe dovuta maturare quindici giorni prima ma che la Lega visti gli interessi economici non è arrivata a prendere. Ma credete davvero che quello che si è visto in queste ultime due settimane si potesse chiamare calcio? Nemmeno qualcosa di vagamente simile a quello sport che spinge milioni di tifosi a seguire la propria squadra negli stadi o dalle tv. Quello che ci hanno costretto a vedere ha del ridicolo, partite senza tifosi, squadre che vanno in trasferta vedi Udinese – Fiorentina e che poi si vedono rimandare l'incontro e tornare indietro oppure il valzer andato in scena domenica scorsa a Parma. Beh in un paese normale i responsabili di tutto questo caos si sarebbero dimessi dalle loro cariche. Per tornare alle questioni di casa nostra anche la Fiorentina si adegua e si mette in quarantena, dalla prima squadra, alla primavera passando per la femminile fino alle giovanili. I campini chiudono i battenti e lo fanno fino a data da destinarsi. Nonostante gli accorgimenti adottati in questi ultimi giorni la squadra di Mr. Rocco Commisso si mette al sicuro e mette di conseguenza al sicuro i suoi tifosi. Il calcio cala temporaneamente il sipario. Ora quello che ci chiediamo è come terminerà questa stagione con dodici giornate ancora da giocare. E se il campionato finisse qui? Sarebbe giusto assegnare lo scudetto o sarebbe meglio non assegnarlo? Poco importa...Non fraintendetemi ma prima di preoccuparci di questo io porrei di nuovo l'attenzione sulla situazione critica che ci costringe responsabilmente a chiuderci fra le quattro mura di casa. Siamo costretti a combattere la nostra guerra più importante, possiamo considerarla la guerra del nostro millennio contro l'avversario più ambiguo. Winston Churchill su di noi diceva: “Gli italiani perdono le guerre come fossero partite di calcio e perdono le partite di calcio come fossero guerre”. Anche se questa volta la guerra da vincere sarà molto più importante e difficile di giocare una semplice partita di calcio.
Alfredo Verni - Direttore
www.fiorentinauno.com
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