Terracciano 6: Coraggioso ed efficace in più episodi, nel primo tempo compie due grandi parate. In occasione del gol assolutamente incolpevole. Trasmette qualche brivido nelle uscite alte ma per il resto infonde sicurezza a tutto il reparto.

Quarta 6,5: Partita statuaria nel primo tempo, tanto da mettere in ombra quella del compagno di reparto; poi nel secondo le squadre si allungano e forza qualche anticipo di troppo andando a prendersi un giallo che gli costerà l’andata dei quarti di finale. Per il resto, una vera barriera. Sost. da Igor 6: Si mette da piantone in difesa e duetta con Milenkovic nel compito di non far passare nemmeno l’aria. I cross sono pane.

Milenkovic 7: Come celebrare le 200 presenze in maglia viola? Semplice, facendo letteralmente un partitone. Riesce sempre a trovare le contromisure per inibire le scorribande avversarie ma non si accontenta; vuole auto-incoronarsi re della serata e lo fa come meglio sa fare: con un gol di testa sugli sviluppi di un calcio da fermo. Straordinario.

Ranieri 6: Chiamato nel suo ruolo di appartenenza; qualche ruggine da grattare via nel primo tempo visto che si propone poco in sovrapposizione e in fase difensiva predilige spazzare spesso in rimessa laterale; nel secondo tempo aggiusta l’andamento della prestazione e non fa rimpiangere Biraghi. PS: Notevole negli interventi in scivolata.

Dodò 6: Primo tempo in chiaro scuro, e anche se si propone spesso la catena di destra cincischia. Nel secondo tempo strappa di più ma fa vincere la troppa imprecisione nell’ultima scelta. Sufficienza meritata per la fase difensiva. In occasione del gol dei turchi poteva stringere cercando di evitare che Yesilyurt calciasse ma è anche vero che il tedesco tira fuori il coniglio dal cilindro. Prova nel finale a regalarsi il gol ma pattina su un campo poco dimenticabile.

Amrabat 6: Non riesce a dare velocità e ritmo alla squadra; fatica ad impostare palla a terra a causa anche del terreno di gioco negletto. Il marocchino però alla festa viola si presenta in smoking e dirige le operazioni dalla retrovie. Stratega. Sost. da Bianco S.V.

Mandragora 6,5: Rolly sta crescendo di giornata in giornata, e vuoi o non vuoi ci mette sempre lo zampino. Con un gol o con un assist (oggi da corner), si iscrive al taccuino del match. Operosamente fantastico nell’attaccare l’area di rigore, nei tagli dentro gli ultimi 20 metri e nel dialogare nello stretto. 

Bonaventura 6: Il primo tempo il match è teso, difficile, sporco, selvaggio e rude ma lui riesce a rimanere elegante, concentrato e pulito mettendoci del suo. Nel secondo tempo sbaglia qualche passaggio e non riesce a salire in cattedra. Come al solito l’insufficienza è un utopia per questo calciatore. Sost. da Castrovilli 6,5: Dopo 450 giorni, meravigliosamente Castrovilli. All’andata ci prova con un colpo surreale e prende la traversa. Oggi decide di siglare la marcatura con un gol meno bello: carezza al pallone, rotazione per orientarsi con il pallone guardando la porta, messa a fuoco del cecchino e tiro a giro sul secondo palo sotto l’incrocio.

Ikoné 5,5: Si accende come sempre ad intermittenza, meno devastante del solito anche se nel secondo tempo danza a modo suo sul pallone e per poco non nasce la rete del 3-1 con la palla che flirta con la linea. Nel secondo tempo avrebbe potuto esaltarsi negli spazi ma non affonda. 

Gonzalez 6: Potrebbe fare molto di più, il classico detto dello scolaro: “È bravo ma non si applica”. In realtà l’argentino si applica ma non mette in mostra i suoi colpi migliore, e quando lo fa nasce il gol dell’1-1. Sost. da Saponara S.V.

Cabral 7: Si vede poco, ma in realtà lavora tantissimo per la squadra. Lavora sporco e fa la guerra contro tutti, praticamente il manovale del gruppo, e per finire in bellezza mette in cantiere una rete che allontana i cattivi presagi. Bellico. Sost. da Kouamè S.V. 

 

Italiano 8: Otto, come le vittorie consecutive della Fiorentina, e sicuramente è merito suo oltre che del gruppo. Si è completamente reinventato estirpando l'idea del morboso turnover, la squadre e maledettamente più verticale e meno virtuosa nel possesso palla. Concretezza e bellezza fanno si che il mister sia l'artefice di questo passaggio ai quarti di finale.

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