Lo storico ex Presidente della Fiorentina, Vittorio Cecchi Gori, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole:

"Se hai la fortuna di aver preso dei talenti, di quelli rari che fanno la differenza, non devi venderli. Per quanto tu possa guadagnare nel cederli, resta difficile pensare che riesca a trovarne altri tanto bravi. È un rischio. Se hai gente come Batistuta, Rui Costa, Chiesa o Toldo è giusto provare a tenerli. Io l’ho sempre fatto. È decisiva l’abilità del presidente, ma è molto importante anche la componente di amore, di tifo, che purtroppo tranne poche eccezioni in Italia si sta perdendo.Vlahovic non è Baggio ma non lo avrei mai venduto, con lui e Chiesa la Viola svoltava. Vedrete cosa faranno insieme alla Juve. Uno come Chiesa non si cede mai: ho tenuto suo padre, avrei coltivato volentieri il figlio!”.

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“Che ricordi che ho... Tutti belli. È una gara speciale, anche se io, contrariamente alla tradizione del tifo, ripetevo sempre che la Fiorentina non dovesse accontentarsi di battere la Juve, ma fosse obbligatorio puntare a vincere lo scudetto! Una volta, l’anno di Edmundo, ci sono andato proprio vicino... E quello resta il mio più grande rimpianto da presidente. 

La rivalità storica resta, perché loro sono da sempre la squadra da battere e Firenze è una città che si ribella alle ingiustizie. Le ingiustizie nel calcio però non dipendono certo dalla Juventus, tantomeno ora. 

"La squadra viola male non va, finalmente si inizia a vedere qualcosa di buono. Andare avanti in questo torneo ora sarebbe molto importante. Come finisce stasera? La Juve è più forte, ma non c’è una differenza tale da escludere che i pronostici possano essere rovesciati..."

 

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