ANTOGNONI, Ecco il messaggio per Christian Eriksen
Certamente a Giancarlo Antognoni gli saranno tornate subito alla memoria le scene del 1981, quando contro il Genoa rimase vittima di un colpo alla testa durante il quale perse coscienza. Una scena simile a quella che ha visto protagonista Eriksen, e che il dirigente viola ha raccontato in una lunga intervista concessa alla Nazione. Queste le sue parole: "Quando ho visto Eriksen andare a terra in quel modo senza un cenno di dolore, senza che si capisse quanto stava male, ho avuto paura e ho ripensato. Ripensato a quello che mi è accaduto ormai 40 anni fa. Ma quando ho visto quella foto in cui Eriksen è apparso cosciente, ho capito che in qualche modo il giocatore della Danimarca ce l’avrebbe fatta. Ho ricordato quello che mi è stato detto e spiegato mille volte, dopo quanto mi era accaduto contro il Genoa. Cioè che la mia salvezza fu che, nonostante l’interruzione del battito cardiaco, non persi conoscenza. La botta alla tempia fermò il cuore, ma la velocità di chi mi soccorse, proprio come è stato per Eriksen, impedì la conseguenza peggiore.. L'intervento di Kjaer è stato decisivo. Ha saputo essere lucido in quel momento drammatico, ha saputo che fare subito, mentre arrivava lo staff medico. E poi ha dato forza alla moglie di Christian, ha guidato i compagni: grande, davvero grande. Inoltre sono passati 40 anni e, per fortuna, la medicina e la sicurezza del mondo dello sport hanno fatto passi da gigante". Poi un messaggio al giocatore: "Gli dico di stare tranquillo: il peggio è già passato. L’altra sera mi aveva fatto avere bruttissimi pensieri che, per fortuna, sono svaniti nel nulla. Se lo rivedremo in campo? Io ce l’ho fatta, ma siamo stati vittime di due incidenti molto diversi. Io di uno scontro violento, lui invece è crollato a terra perché al cuore è successo qualcosa. E voglio dirgli anche un’altra cosa. Adesso pensi alla sua salute, all’uomo Eriksen prima ancora che al calciatore. Al bravo calciatore che egli è. In momenti come questi credo ci sia prima la persona e poi l’atleta. Avanti, Christian"
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