Fiorentina Lazio, foto ACF Fiorentina
Fiorentina Lazio, foto ACF Fiorentina

La Fiorentina vince la sua prima gara di questo campionato contro la Lazio grazie a un cambio modulo, due rigori, e la doppietta di Gudmundsson.

Di seguito l'analisi del Corriere dello Sport:

La Fiorentina cambia e la ribalta

Da due lampi è nata la Fiorentina che ha spento una Lazio molto pericolosa (20 tiri), ma sfortunata nel risultato. Palladino ha trovato la formula vincente con un brillante Gudmundsson e la difesa a 4, finalmente con l’uomo e il piano giusti. Ha cambiato assetto all’intervallo, sotto di un gol e in difficoltà. La Viola si è trasformata, ribaltando il sogno di Baroni, partito forte con il gol di Gila, ma poi spezzato dalla rimonta avversaria, provocando la sua rabbia. Bloccata dal 3-4-2-1, la Fiorentina è rinata con il 4-2-3-1: Dodo, Comuzzo, Ranieri e Gosens in difesa, Cataldi e Bove in mezzo, Colpani, Gudmundsson e Kouamé dietro a Kean

La Lazio, invece, si è indebolita con i cambi: tra il 6l’ e il 68′ fuori Isaksen, Lazzari e Dia, protagonisti del primo tempo, e dentro Rovella, Tchaouna, Marusic e Pedro. Tchaouna è stato deludente, mentre Pedro, pur vivace, non ha inciso. La partita si è complicata anche a causa di Guendouzi e Tavares, autori di falli in area

Baroni

I rigori ingenui

I due rigori trasformati da Gudmundsson, uno all’inizio e uno alla fine del secondo tempo, sono stati contestati da Baroni. Il primo è stato un’ingenuità, mentre il secondo, provocato da Tavares su Dodo sulla linea di fondo dopo un cross, è stato segnalato dal Var Abisso, spesso ricordato dai tifosi della Lazio per decisioni controverse. La Lazio ha poi recriminato per due episodi non sanzionati: un pestone di Dodo su Patric e un tocco di mano dello stesso Dodo sull’1-1

Quarta delude ancora. Gudmunsson è la cura giusta: intensità e qualità
Palladino e quel cerchio in mezzo al campo. Serve unione e identità per ripartire

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