CHIESA, Un nuovo caso "Bernardeschi"?
Talvolta, le storie di alcuni calciatori sono destinate, per una strana legge ultraterrena, ad incrociarsi e salutarsi, magari facendosi l’occhiolino a vicenda. Una questione di karma, non lo sappiamo. Fatto sta che questa volta un avvenimento del genere potrebbe accadere nuovamente in quel di Firenze ed i due protagonisti, come avrete potuto capire dal titolo, sono tutt’altro che sconosciuti all’Arno toscano. Entrambi condividono il nome e la nazionalità, si passano solo tre anni di differenza l’uno dall’altro e sono tutt’ora pilastri inamovibili della Nazionale italiana di calcio. Entrambi sono cresciuti nel Campini: uno vi si allena ancora, l’altro ha cambiato colori da qualche anno e perciò corre alla Continassa di Torino. Avete capito bene a quali colori ci stavamo riferendo, il bianco ed il nero, per l’appunto, una doppietta non tanto cara al tifoso fiorentino, è ben risaputo. Partiamo da quest’ultimo e lasciamoci il secondo alla fine.
Federico Bernardeschi è stato l’ultimo vero numero 10 viola – se non consideriamo un quasi trasparente Kevin Boateng – ed ha speso in quel di Firenze, tra la prima squadra e la primavera, 131 presenze segnando la bellezza di 46 gol in sole tre stagioni (dati di Transfermarkt): numeri che se consideriamo il ruolo defilato sulla fascia destra, seppur offensivo, dell’ala carrarese fanno pensare e non poco il tifoso viola circa le potenzialità del giovane talento toscano. Trovandosi, di conseguenza, spiegate le motivazioni secondo cui la Juventus abbia voluto fortemente spendere 40 milioni di euro per appropriarsene completamente nell’estate del 2014.
E cosa vuoi che faccia un giovane calciatore ventenne vedendo il proprio cartellino passato in quella maniera? Si erge in maniera indiretta nell’olimpo dei giovani fenomeni italiani di questi primi anni 2000, scalando gomito a gomito un’enorme montagna come quella della fascia destra juventina. Impervia a dir poco, se andiamo a vedere sempre quei famigerati numeri che possono all’occorrenza coccolare o bistrattare un giocatore. Berna in ben sei anni trascorsi in quel di Torino ha giocato solo per 108 volte (poche) segnando 10 gol (pochissimi): se andiamo a rileggere i numeri di qualche paragrafo prima non sappiamo se ridere o piangere, ecco. Tra i mille motivi che abbiano portato il fantasista di Carrara ad ottenere solo questo in carriera tra le fila juventine non si riuscirebbe a trovarne uno più grande dell’altro: perciò sarebbe opportuno non sparare a zero ed osservare l’epilogo che avrà la storia bianconera di Bernardeschi, con tutte le dovute attenzioni del caso, e tirare le opportune somme.
Detto ciò, negli ultimi giorni è nato un grande auspicio da parte delle migliaia di tifosi viola, di Firenze e non. Quasi un appello corale rivolto al presidente Commisso. Ecco, se non si dovesse riuscire a trattenere per l’ennesima volta Federico Chiesa in viola, faccia in modo che non vada in quel di Torino. Perché se alla Fiorentina, dalla primavera sino alla prima squadra, ha collezionato la bellezza di 190 presenze e segnato 44 gol, non si vuole immaginare che fine possa fare alla Juventus, ad oggi considerata prima pretendente del cartellino del calciatore genovese. Perché da come abbiamo avuto modo di vedere, non pare essere la migliore cosa. O forse si, lasciamo ai posteri l’ardua sentenza.
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