Kean, foto ACF Fiorentina
Kean, foto ACF Fiorentina

Francesco Repice, radiocronista della Nazionale, ospite alla trasmissione Calcissimo, ha analizzato l'impatto del giocatore gigliato Moise Kean sul match dell'Italia contro il Belgio di giovedì.

Kean in maglia azzurra

Giovedì sera in radiocronaca mi è scappata una cosa non da radiocronista: “perché non tiri?”. Su quella palla che aveva sul sinistro si è un po’ incartato sul pallone, è voluto andare col destro a giro, a me mi fanno impazzire questi tiri a giro. A proposito di Firenze, mi ricordo di Batistuta che quando aveva la palla lì i portieri si scansavano perché avevano paura di farsi male. Kean deve semplicemente guardare la porta e tirare, non so se l’avete mai visto da vicino: è grosso Kean, deve rompere la porta, basta con questa storia del tiro a giro. Bisogna fare gol nel calcio e quando c’è l’occasione bisogna sbattere il pallone in porta senza troppi ricamini. Lui è un giocatore che se comincia a tirare in porta diventa veramente pericoloso.

batistuta
Batistuta, Coppa Italia 1996, crediti ACF FIORENTINA profilo Twitter ufficiale

ll punto sull'attaccante alla Fiorentina

Chi ci ha guadagnato? Sono giocatori diversi che fanno ruoli diversi, io credo che siano due giocatori che hanno fatto bene a cambiare squadra. Kean aveva bisogno di sentirsi importante e alla Juventus ormai questa possibilità non c’era. Deve consolidarsi con un allenatore che lo voleva anche l’anno scorso a Monza, per cui sente molto la fiducia. L’ambiente lo ha accolto benissimo, io vivo a Firenze e lo conosco bene, e sta vivendo un momento d’oro. 

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