Le difficoltà per lo stadio non sono più una novità. Finalmente si gioca, ma perché ora si e una settimana fa no?
Come annunciato questo oggi dal presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, attraverso una lettera rivolta ai tifosi e pubblicata sul sito ufficiale viola, il club gigliato si è ritirato ufficialmente dalla corsa al bando Mercafir.
La notizia in sé per sé ormai non fa più tanto scalpore poiché in Italia siamo purtroppo abituati, quando si parla di costruire uno stadio di proprietà, ad aspettarci tempi enormemente lunghi per arrivare a decisioni che portano in un nulla di fatto. Se ne è reso conto, ormai definitivamente, anche lo stesso Commisso, che in questi suoi primi mesi da presidente della Fiorentina ha cercato in più modi di arrivare ad una quadra per la costruzione del nuovo stadio senza però riuscire nel proprio intento. Nel messaggio di oggi l’imprenditore italoamericano ha provato nuovamente a lanciare un appello alle istituzioni italiane ma, come noi tutti ben sappiamo sarà l’ennesimo grido lanciato nel vuoto. Lo stadio rappresenta per una società calcistica al giorno d’oggi una componente essenziale sia per quanto riguarda l’aspetto relativo all’aumento dei ricavi, dovuto all’incasso del botteghino, sia per quanto riguarda il business e il commercio che riescono ad alimentare le moderne strutture, con la presenza di musei, bar e altri servizi presenti all’interno dell’impianto. Anche la Fiorentina se vuole crescere di livello e provare a tornare a lottare per obbiettivi importanti dovrà necessariamente passare dallo step rappresentato dallo stadio di proprietà, il caso Juventus insegna ma purtroppo le istituzioni, come già detto, difficilmente aiutano.
Concludo con una veloce parentesi sul caos creatosi in questi ultimi giorni intorno alla questione dei rinvii dovuti all’emergenza coronavirus. Finalmente si è arrivati alla decisone più logica, ovvero sia quella di giocare almeno per un mese a porte chiuse permettendo così al campionato di proseguire regolarmente senza ulteriori rinvii. C’è da chiedersi però perché ancora una volta ci si sia messo così tanto per attuare una scelta che era palesemente l’unica in grado di permettere alla Serie A di non essere sospesa. La risposta che mi sono dato è che alle volte pur di non perderci economicamente si prova anche a passare sopra la salute delle persone salvo rendendosi poi conto, per fortuna, che ci sono cose più importanti dei soldi. Adesso finalmente si tornerà a giocare, consapevoli che senza il pubblico difficilmente potrà essere la stessa cosa.
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