Il sindaco di Firenze Dario Nardella è intervenuto ai microfoni di Radio24 per parlare del progetto del restyling del Franchi, dei finanziamenti che potrebbero arrivare dal Recovery Fund e alle critiche di Calenda a questa ipotesi. Queste le sue parole riportate dal Italpress: "Il Franchi non è lo stadio della Fiorentina, è di proprieta' del Comune di Firenze ed è l'unico stadio in Italia e in Europa completamente vincolato da un decreto del ministero dei Beni culturali che è stato emanato appena due mesi fa. Quindi ha una situazione del tutto eccezionale. Inoltre è considerato un vero e proprio gioiello a livello internazionale dell'architettura del '900. E' uno stadio realizzato dal famoso architetto Nervi. Ce n'è un altro in Italia, è a Roma ed è lo stadio Flaminio che oggi è abbandonato in condizioni tragiche. A meno che non vogliamo che anche il Franchi, che ha più di 90 anni, venga abbandonato è necessario un investimento, servono ingenti risorse per una vera ristrutturazione e per renderlo funzionale sulla base delle norme Uefa, altrimenti non ci potrà giocare nessuna squadra in futuro. Trattandosi di un monumento nazionale e di un bene pubblico, chi se non lo Stato in prima persona si deve prendere un impegno del genere? E da qui nasce la richiesta di utilizzare le risorse del Recovery found nel quale vi sono vari capitoli e la maggior parte di questi riguardano opere pubbliche, opere di rilevanza ambientale, la parte educazione ed inclusione sociale. Vi è anche un capitolo espressamente vincolato a beni importanti del patrimonio culturale dei paesi. Quindi non si sottraggono euro ad altri settori”. “Il ministro Franceschini ha risposto ad una sollecitazione che è arrivata da molti parlamentari anche conosciuti per la loro competenza nella storia dell’arte come Sgarbi, e di vari partiti politici, ad una mia lettera, e ad un impegno del governo precedente guidato da Conte. Questo annuncio del ministro credo che si concretizzerà, entro aprile il piano nazionale del Recovery. Credo che Calenda abbia cercato un po' la polemica facile che a me non interessa, e lui dimostra di non conoscere la situazione come io ho cercato di spiegarla. Qui non stiamo parlando ne’ di uno stadio privato che appartiene ad una squadra di calcio, né di uno stadio qualunque. Calenda dovrebbe sapere che i 209 miliardi del Recovery fund vi è una parte importante che riguardano la cultura e che riguardano il patrimonio culturale. Se Calenda pensa che possiamo disinteressarci dei nostri monumenti e del nostro patrimonio culturale rispetto la sua opinione ma io ne ho una molto diversa. Magari fa anche il sindaco di Roma visto che Calenda è candidato. Sarei curioso di capire come gestirebbe il problema del ‘Flaminio’”.
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