La Mercafir è sempre un'opzione per il nuovo stadio della Fiorentina. Prima di parlare del possibile trasferimento però, non si è mai dato ascolto però alle opinioni di chi ci lavora.

È una realtà troppo spesso in secondo piano. Passiva rispetto alle scelte politiche. Poco considerata seppur importantissima dal punto di vista economico. Si tratta della Mercafir, un microcosmo, dove, a dati pubblicati sul sito ufficiale, transitano ogni anno 160 milioni di Kg di merci. Per conoscere questa realtà del territorio siamo andati in visita una mattina. Ore 7:45 di venerdì 17 gennaio, comincia il viaggio di FiorentinaUno dentro la Mercafir. La guida è un vero esperto e conosce la sua zona e i suoi lavoratori perfettamente. Si tratta di Pino D'Aliesio, dirigente di un'azienda che opera nei servizi alle imprese che operano all'interno della Mercafir. Pino lavora alla Mercafir da dieci anni ed è conosciuto e apprezzato da molti operatori. Quando arriviamo c'è un'attività febbrile. Cassette di frutta e ortaggi affastellate con attenzione certosina. Camion schierati. Carrelli elevatori che sbucano e serpeggiano nei corridoi. Un risponde al telefono: "Peperoni gialli? 2,80…Eh no, non posso fare meno". C'è una grande confusione, tanta operosità, colori e odori, molti salutano Pino che si sincera di come stiano procedendo le operazioni. Il primo con cui parliamo è Roberto, lavora alla Mercafir dal 1990. Entriamo subito nel nodo della questione. "Lo spostamento? No, impossibile. Qui lavorano duemila persone più tutto l'indotto: ci sarebbe un danno economico troppo grosso. E poi i tempi? Dove ci vogliono mandare? Non ho sentito proposte serie su questo". Roberto è tifoso viola e il nuovo presidente Rocco Commisso riscuote molta simpatia ma secondo lui la scelta migliore è il restauro del Franchi. C'è tempo anche per parlare del mercato, quello della Fiorentina squadra: "Cutrone ha fatto subito goal? Una rondine non fa primavera…". Con il sorriso ci congediamo da Roberto. "Dobbiamo sapere dove ci mandano" ci dice Stefano. Nel frattempo ci siamo spostati in un'altra postazione dove la fanno da padrone le arance. "Non ne sono sicuro" ci confessa "ma sentendo i più anziani pare che ci sia pure un fiume qui sotto. I costi sarebbero esorbitanti. Rocco ce li ha certo ma secondo me non gli conviene affatto". La sua principale osservazione è sull'orario delle partite che in notturna andrebbero a confliggere con il lavoro degli operatori: "Noi iniziamo a lavorare a mezzanotte, certe partite iniziano anche alle 21 e c'è un solo grande accesso all'area. Impossibile da gestire…E poi se fanno anche un'area commerciale?" Maurizio ci accoglie nel suo ufficio dal quale si vede tutto il mercato. "Non ci siamo mai opposti ad uno spostamento" ricorda "ma abbiamo bisogno di certezze sui tempi per lo spostamento". Gli domandiamo se qualcuno si è mai confrontato con gli imprenditori prima di parlare stadio ma Maurizio risponde subito: "No, mai. Non siamo mai stati consultati". Parla poi di manutenzione che manca nella struttura e che molto spesso ricade sugli stessi imprenditori. Nell'area della Mercafir inoltre ci sono delle strutture in stato di abbandono: "Lì sotto ci sono le vecchie condutture, possibile ci sia pure amianto. Hai idea dei costi di smaltimento?". Si conclude con Alessio il nostro viaggio dentro la Mercafir. Alessio, che ogni giorno vede centinaia di compratori, è molto più tranchant sulla questione: "Lo stadio? È solo un bluff. Purtroppo quando c'è di mezzo la politica..."8.47: l'orario di punta è passato, il mercato inizia a svuotarsi, si conclude il nostro viaggio.

Firenze, 17 gennaio 2020 Lorenzo Somigli

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