Iachini-in o Iachini-out: la sfida della verità è arrivata, ma occhio a farsi ingannare dalle apparenze....
Siamo arrivati alla resa dei conti. La partita di questa sera al Tardini contro il Parma costituirà il crocevia fondamentale della stagione della Fiorentina. In caso di vittoria e di prestazione convincente si andrà avanti con Beppe Iachini, al contrario, nel caso arrivasse l’ennesima prova deludente, sia per quanto riguarda il gioco che per quanto concerne il risultato, si andrà verso l’ennesimo cambio a stagione in corso dopo i vari avvicendamenti delle ultime due stagioni con Montella subentrato a Pioli nel 2018/19, e con lo stesso Iachini che prese il posto dell’aeroplanino lo scorso anno all’indomani della sconfitta interna per 4-1 contro la Roma ( 17^ giornata di Serie A).
Un copione dunque già visto con, nel caso si verificasse lo scenario peggiore (cosa che molti tifosi, o meglio non-tifosi, si augurano), la chance per guidare panchina viola che verrà affidata ad una vecchia conoscenza del calcio fiorentino ossia, Cesare Prandelli (già tecnico della Fiorentina per le annate dal 2005 al 2010).
Insomma un futuro a due strade (anche se c’è pure chi sostiene che il destino di Iachini sia già deciso e indipendentemente dall’esito della sfida con il Parma si provvederà ad una separazione) ma soprattutto ancora una volta tanta, anzi troppa, confusione dal punto di vista della programmazione della stagione. È inutile tornare a sottolineare come la scelta di Iachini sembrasse sbagliata sin dall’inizio, vista la non condivisone all’interno della stessa società della scelta di andare avanti col tecnico marchigiano. Adesso piuttosto c’è da chiedersi se la decisione, che sembrerebbe essere già stata opzionata con forza, di ripartire, in caso di esonero, con Cesare Prandelli, sia stata avallata all’unisono o sia anch’essa frutto di una visone non comune del futuro del club. Prandelli è sicuramente un allenatore navigato e una figura che all’interno del mondo Fiorentina gode di grande rispetto ma se non sostenuto internamente anche lui rischia di essere affossato per via di un’eventuale mancanza di fiducia.
Qualsiasi sia dunque la rotta che si sceglierà di perseguire, o che si sarà costretti ad intraprendere, ( il che è ancora peggio poiché significa vincolare una scelta ad un singolo risultato, come già ampiamente spiegato), la cosa più importante è che la si sostenga in toto senza mostrare mai esitazioni, altrimenti tra un anno ci ritroveremo di nuovo punto e a capo. La storia insegna che sono state di più le società che hanno fatto grandi gli allenatori piuttosto che il contrario.....
💬 Commenti