ESCLUSIVA F1, 8 anni di Fiorentina, lo spogliatoio con Chiesa e Ranieri. Christian Kouadio: "Ho lasciato il calcio, la vita mi ha spinto a riprendere in mano i libri. Sapevo che Fede ce l'avrebbe fatta"
Calcio sempre più fermo, Coronavirus sempre più, purtroppo, al centro della scena. Fiorentina in quarantena, non c'è una data per la ripresa degli allenamenti. In casa Viola però ci sono delle storie che aspettano solo di essere raccontate. Un po' come quella di Christian Kouadio, classe '98, esterno, uno dei prospetti più interessanti nella trafila delle giovanili fiorentine negli scorsi anni. Per conoscere meglio il suo percorso alla Fiorentina abbiamo intervistato Christian in esclusiva:
Christian, quanto è durato il tuo percorso alla Fiorentina e quale è stato il momento più bello?
"Ho iniziato a giocare a calcio praticamente nella Fiorentina, in un cammino che è andato dagli 8 ai 16 anni. In Viola ho vissuto tanti bei momenti. Probabilmente il migliore è stato durante una partita disputata contro il Barcellona in un torneo a Roma. In quell'occasione disputai una gran bella partita".
Nella tua squadra figuravano diversi giocatori che oggi hanno intrapreso una carriera importante. Con chi avevi legato in particolare?
"Fortunatamente la mia era una squadra composta da tanti giocatori che oggi ce l'hanno fatta. Uno su tutti è Federico Chiesa, non credo abbia bisogno di particolari presentazioni, lo conosciamo tutti. Quella rosa, tra i tanti, vantava anche Luca Ranieri, Pietro Beruatto e Giuseppe Caso, tutti ragazzi ai quali sono molto legato e con i quali sono ancora in contatto".
Che persona era Chiesa?
"Un ragazzo con la testa sulle spalle, sempre calmo e tranquillo. Ricordo che in una partita venne mandato a giocare con noi del '98: appena l'ho visto giocare ho capito che ce l'avrebbe fatta".
C'è qualcosa in particolare che ti manca del mondo Fiorentina?
"Mi manca il campo, ma soprattutto il rapporto che avevamo tra compagni di squadra, sembravamo veramente una grande famiglia".
Oggi invece cosa fai?
"Attualmente ho accantonato l'idea di diventare un calciatore ed ho ripreso in mano i libri. E' stata una scelta difficile, maturata dopo lunghe riflessioni sul mio futuro. Il mondo del calcio è incerto, mi sono trovato a riflettere su ciò che avrebbe potuto fare la differenza nella mia vita. Il calcio non era più tra queste opzioni".
Cosa ti resta dei tuoi trascorsi in Viola?
"Non dimentico niente, porterò sempre dentro i ricordi e le esperienze maturate durante quel periodo, in particolare le amicizie".
Hai qualche rimpianto?
"Diciamo che se potessi tornare indietro cambierei qualche scelta fatta durante la mia carriera giovanile. Tutto sommato però non mi pento di quello che ho fatto".
Cosa ti viene in mente quando vedi giocare ad alti livelli alcuni dei tuoi ex compagni?
"Vedendoli giocare non potrei essere più contento per loro, vuol dire che sono riusciti ad emergere in un ambiente tosto, perché il calcio è così. A loro vanno solo complimenti".
Articolo di Vincenzo Pennisi (INSTAGRAM: vincenzopennisi)
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