FIORENTINA, Il compito delle mezze ali e la punta che non è solitaria
Il Cosenza non era un avversario di caratura elevata, ma ha comunque messo in evidenza un paio di situazioni tattiche interessanti della Fiorentina. Quando si parla delle imbucate, le mezze ali della viola ne sono l’effetto. Tracciano linee di passaggio alle spalle dei centrocampisti. Altro appunto, quanto mai importante, è questo: la punta, in questo caso Dusan Vlahovic, non viene mai lasciata sola. La mezz’ala diventa mezza punta. L’esterno senza palla diventa quello che va ad attaccare il secondo palo, oppure quello che si stringe accanto al centravanti. Insomma, si vuole dare uno scarico sicuro alla prima punta, aiutarla, renderle agibile la situazione di gioco. Per esterno si intende, poiché il termine, preso da sé, ha valore generico, sia ala che fluidificante. Il principio della convergenza rende, per sua applicazione, obbligatoria la conclusione. E, per concludere, serve avvicinarsi alla porta. Le mezze ali, ieri, hanno mostrato che questo sia il loro compito principale: la zona centrale è quella che, all’avversario, dà maggiore percentuale di rischio. Così davano tempo e spazio agli esterni per convergere e attaccare alle spalle la linea difensiva contraria. In poche parole distraevano, o muovevano la difesa del Cosenza. La facevano “uscire”. Ad ala e fluidificante restava il compito di fiondarsi nel punto cieco.