Lask Linz logo (Ph. FiorentinaUno)

L'allenatore del Lask Linz, prossima avversaria della Fiorentina domani sera presso lo stadio Artemio Franchi in Conference League, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano locale OONachrichten. Più precisamente ai microfoni del giornalista Harald Bartl ha parlato oltre che della partita di domani anche del proprio passato in Italia tra le fila del Brescia dal 2001 al 2005. Di seguito le sue parole.

Lo stadio del Lask Linz
Raiffeissen Arena 

Il ricordo della sconfitta di Firenze che portò in Serie B il Brescia

Purtroppo nella mia quarta stagione al Brescia, la mia ultima partita in Serie A, sono retrocesso con una sconfitta per 0-3 contro la Fiorentina. Era una finale, ma ci sarebbe voluta una giornata da sogno per farcela. A quel tempo dipendevamo anche da altri risultati. Ciò non scompare mai del tutto perché è stata la triste fine di quattro anni di grande successo in termini sportivi e di un'esperienza che ha plasmato la mia vita. Soprattutto quando sai quanto i tifosi ci hanno supportato durante una stagione difficile. Allora perdemmo in un incidente stradale mortale Vittorio Mero, un compagno di squadra molto legato alla società e al territorio, ma soprattutto una persona straordinaria. Questo, insieme all'infortunio di Roberto Baggio, è stato il motivo per cui alla fine non siamo riusciti a salvarci

La Fiorentina tra le preferite in Italia

Ho 50 anni e quando ero giovane la copertura della Serie A in Austria era ancora molto scarsa. Ma due o tre ragazzi come Roberto Baggio erano già molto pubblicizzati. Ha giocato per cinque anni nella Fiorentina, dove ha fatto il suo debutto, prima di passare alla Juventus nel 1990. Questo mi ha affascinato. Di conseguenza la Fiorentina è sempre stata nei miei pensieri. C'erano anche le vacanze in Toscana, lo stile di vita, la cultura, tutto ciò che la circonda

Su Baggio come compagno di squadra al Brescia

Era emozionante quando da giovane tifoso accompagnavi qualcuno e poi avevi la possibilità di incontrarlo di persona, conoscerlo e condividere con lui lo spogliatoio. In qualche modo era straordinario – e poi di nuovo del tutto normale. La sua calma personificata, la sua chiarezza, la professionalità, il modo in cui gestiva la pressione e l'hype che lo circondava: tutto questo lo ha reso ancora più grande per me, soprattutto perché non ha mai fatto distinzioni tra se stesso e gli altri nello spogliatoio. Era uno di noi. Se non avesse avuto così tanti problemi alle ginocchia, avrebbe vinto il numero di titoli che avrebbe meritato. Sono molto orgoglioso di averlo aiutato a segnare l'ultimo gol della sua carriera in Serie A nel 2-1 contro la Lazio

Quarto posto dei viola in Serie A non è casuale 

Chi segue la Serie A sa quanto sia difficile qualificarsi alle coppe in questo Paese. L'allenatore Vincenzo Italiano, trasferitosi in estate al Bologna, ha lasciato tanta sostanza al suo successore Raffaele Palladino, che è cresciuto negli anni. Sono molto variabili, soprattutto in difesa, e possono difendere estremamente in profondità, ma possono anche pressare più in alto. Il quarto posto in classifica in Serie A e il raggiungimento delle finali di Conference League nel 2023 e 2024 non sono un caso

 

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