Il promettente tecnico Domenico Tedesco, più volte accostato alla Fiorentina come papabile nuovo allenatore, è stato intervistato da TMW. Queste le sue parole: Domenico Tedesco, un bilancio di questi 20 mesi in Russia "Quando sono arrivato, ed era ottobre 2019, la squadra era 12esima. Dovevamo guardare più giù che su. Sfruttando la pausa di gennaio ho auvto la possibilità per 6-7 settimane di preparare la stagione. Siamo ripartiti bene e abbiamo stabilizzato la squadra. Abbiamo deciso per la stagione successiva di sfoltire la rosa e nel frattempo ringiovanirla attingendo dalle giovanili. Abbiamo lavorato bene e gli stessi giocatori con una rosa ridotta hanno capito che le possibilità di avere spazio erano maggiori, per cui erano molto motivati. E alla fine siamo arrivati dietro lo Zenit, che è la squadra più forte ma nel giro di questi miei 20 mesi abbiamo sicuramente accorciato il divario". Lascia lo Spartak sul più bello "Quando ho firmato il contratto la società mi chiedeva più anni, però arrivando in un paese nuovo, dovendo conocere il campionato, ma anche il Paese e la lingua ho preferito un anno e mezzo di contratto, per poi decidere se proseguire". Perché ha deciso di non continuare? "Con questo Covid la situazione è cambiata. Avevo in mente di portare la famiglia in Russia e non è stato possibile, per cui ho deciso di chiudere qui. Ho parlato con la società che si è potuta muovere per tempo, infatti a dicembre era già tutto deciso. Nonostante ciò ho goduto della fiducia fino alla fine della stagione e i giocatori stessi non hanno mai smesso di seguirmi". Il suo nome è anche accostato alla Serie A, precisamente alla Fiorentina "Preferisco non commentare le voci, altrimenti dovrei rilasciare ogni momento interviste per tutte le volte in cui sono stato accostato a una panchina. Dico che l'Italia è sempre stato un Pese di calcio e a me è sempre piaciuta la Serie A, che seguo con piacere. L'unica cosa che posso dire è che un giorno mi piacerebbe allenare nel campionato italiano". Ha conquistato sul campo due qualificazioni in Champions, con Schalke e Spartak. Immaginiamo che cercherà una piazza ambiziosa "Le situazioni non puoi deciderle, dipende dalla rosa e dagli obiettivi. Da tanti fattori. Non avevo in piano di allenare lo Schalke come non avevo nei piani di allenare lo Spartak. Non è un segreto che a me piacciono le piazze calde, dove il tifo vale e c'è storia e tradizione. I tifosi nel calcio sono importanti e lo si è capito a maggior ragione in questo periodo storico".
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