Nel giorno del centenario di Mestalla il Valencia al termine di una partita da 107 minuti piena di tensione, scontri e polemiche fa prevalere le proprie preoccupatissime motivazioni si prende lo scalpo del Madrid e vede la salvezza. Decisivo un gol di un canterano alla seconda da titolare, e le parate del georgiano Mamardashvili.

A tre giornate dalla fine la squadra passata da Gattuso a Voro e da qualche tempo a Ruben Baraja ha 5 punti di vantaggio sulle terzultime, Valladolid e Getafe. L’incubo si è allontanato in maniera quasi definitiva. Per il Madrid di Ancelotti dodicesima sconfitta stagionale, ottava in Liga, seconda consecutiva dopo il 4-0 sofferto mercoledì a Manchester nella semifinale di Champions.

. La partita è stata sospesa per quasi 10 minuti quando Vinicius ha ascoltato un insulto razzista dagli spalti e ha preteso l’espulsione del tifoso del Valencia, col brasiliano poi cacciato dal Var per un colpo a Hugo Duro e protagonista in negativo nell’uscita dal campo, tra insulti e provocazioni alla gente di Mestalla.

Dopo una ventina di minuti la partita si è fermata. Vinicius attacca da sinistra e per fermarlo Çomert calcia un secondo pallone, piovuto nell’area del Valencia non si sa da dove, facendolo carambolare su quello che conduceva il brasiliano. Caos per l’anomalia della situazione, ammonizione a Çomert, e altro problema: nei minuti di stop Vinicius ha sentito un insulto razzista rivolto nei suoi confronti e ha indicato con precisione un tifoso del Valencia pretendendo che fosse cacciato. Ne è nata una lunga trattativa con l’arbitro De Burgos Bengoetxea e Ancelotti che cercavano di calmare Vinicius che affermava di non voler più giocare. Il fischietto parlava con Courtois, Ancelotti e il delegato del campo in un susseguirsi di cori (non razzisti) contro il brasiliano e di annunci da parte dello speaker dello stadio.

Questo è quanto scrive la Gazzetta.it

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