Dalla salvezza al sogno Europa. Solo qualche mese fa Fiorentina e Cagliari, avversarie nel match di domenica,  chiudevano lo scorso campionato di Serie A appaiate a 41 punti, rispettivamente al 16esimo e 15esimo posto in classifica, conquistando all'ultima giornata la permanenza nella massima serie. Oggi invece, i sardi dopo appena 11 giornate hanno già conquistato praticamente la metà dei punti dell'intero scorso campionato (21) con uno stupefacente sesto posto in classifica, che vuol dire essere in piena zona europa. I gigliati invece dopo un avvio incerto hanno trovato la quadra e scacciato i fantasmi della scorsa stagione, risalendo la china sino ad arrivare all'ottavo posto in classifica con 16 punti. Ad un passo dalla zona europa. Il motivo della rinascita? Una strada simile e diversa allo stesso tempo. Se la Fiorentina è stata invasa dall'uragano Commisso, il Cagliari è rimasto saldamente nelle mani di Giulini. Se i viola hanno scelto di trattenere il loro fuoriclasse, Chiesa, resistendo agli assalti delle big, i rossoblu hanno sacrificato Barella per rinforzare la rosa in ogni reparto. Se i gigliati si sono affidati ad un attacco tutta fantasia e qualità, i rossoblù si sono messi alla ricerca di una punta, guarda caso quel Simeone reduce da un'annata buia a Firenze e che domani, rigenerato, sarà il primo pericolo della difesa dei toscani. Entrambe, però, hanno optato per uno stravolgimento della rosa importante con un mix di tecnica ed esperienza. Da Olsen e Boateng a Nandez e Castrovilli. I due presidenti hanno però soprattutto voluto regalare ai propri tifosi un pezzo da novanta dal mercato. Ribery per la squadra di Montella, Nainggolan - cercato anche dalla Fiorentina - per quella di Maran. Montella e Maran...eccola, la similitudine più grande. Anche nei momenti di difficoltà, anche quando molti avrebbero optato per ripartire da un altro tecnico,  Fiorentina e Cagliari si sono affidati alla continuità e hanno dato fiducia ai precedenti tecnici. Una scelta che, per adesso, paga. Eccola lì allora la differenza rispetto alla passata stagione. Eccola lì la similitudine. In primo luogo fiducia nel progetto tecnico, nei propri mezzi,  e programmazione, supportata da un rinforzo importante della rosa. Ma soprattutto un entusiasmo percepito e percepibile sin dall'estate, maturato tra colpi di mercato e stravolgimenti, tra promesse e speranze sotto l'ombrellone. E' ovviamente ancora troppo presto per dire se il sogno Europa per le due squadre è destinato a durare o a spegnersi tra il gelo dell'inverno e gli sbalzi di primavera, quel che certo è che l'autunno ha portato una freschezza che a Cagliari e Firenze non si vedeva da tempo. E per il momento ai tifosi basta questo.

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