IL PAGELLONE DI FIORENTINAUNO: Da Rocco Commisso a dieci... il Franchi, Ribery e una passione che non finirà mai!
UNO come il nuovo patron viola, Rocco Commisso. Un numero uno, un leader, un presidente, un amico, un tifoso. L'italo-americano è entrato da subito nei cuori dei sostenitori fiorentini, stremati ormai dalla precedente gestione, ed entusiasti per la carica e la determinazione mostrata dall'imprenditore statunitense. Sorrisi, passione e tante risorse.. non solo economiche ma soprattutto umane. Una famiglia che sta toccando con mano tutti i lati di questa piazza, dai più dolci ai più difficili.. la squadra, le strutture, il centro sportivo, lo stadio, le persone, i fiorentini.. di nuovo al centro della Fiorentina, sia in campo ma soprattutto fuori. Insomma anche se i risultati oggi non sono entusiasmanti la piazza ha accolto Commisso a braccia aperte e lui ha saputo da subito attirare le simpatie di tutti.. per la sua spontaneità, per la sua determinazione. Fast fast fast il suo mantra. Era probabilmente quello che serviva dopo un appiattimento societario deleterio per tutti. Sogni e speranze risiedono in lui.. ora attendiamo solo le conferme!!!
DUE come i gol in campionato di Federico Chiesa.. si perché se Rocco Commisso è il numero uno, fuori dal campo, Federico è quel talento cristallino sul quale i fiorentini ripongono sogni e speranze. Una stagione difficile finora per l’esterno che sta faticando fisicamente e mentalmente.. spesso si parla di lui più per il suo futuro che per quello che potrebbe rappresentare nel presente viola. E’ il gioco delle parti, il frutto di un nuovo calcio più legato al business che alle emozioni. Federico sembra sempre lontano da Firenze ma la città non è mai lontana da Federico.. una storia d’amore iniziata nel 2007, all'età di dieci anni, quando per la prima volta indossò la maglia viola delle giovanili. Questa, probabilmente, è stata la sua annata più difficile tra infortuni e prestazioni non all'altezza delle sue potenzialità. Poi quel dubbio amletico costante: rinnovo o addio? Scelte personali e professionali! Flaubert scriveva: “…il futuro ci tormenta, il passato ci trattiene, ecco perché il presente ci sfugge…” è un rischio che non si può correre.. Federico deve ritrovarsi oggi per certificare il suo passato e per giustificare il suo futuro!
TRE come gli allenatori viola in questo 2019. Pioli, Montella e Iachini.. tante differenze e quel filo comune: un dolce passato a Firenze! Chi da giocatore e chi da tecnico, nelle vene di tutti e tre scorre anche sangue viola. A volte una forza, altre una debolezza. I primi due hanno lasciato Firenze in modi diversi ma con tante scorie, il terzo entra in città con tante questioni da sistemare. Un emiliano, un napoletano e un marchigiano.. potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta ma qui il discorso è molto più serio! Un anno e mezzo circa per Pioli, qualcosa meno per Montella.. risultati altalenanti per il primo, tante difficoltà per il secondo. Ora arriva il terzo, 55 anni e tanta esperienza alle spalle in squadre di seconda fascia.. una gavetta lunga diciotto anni che lo ha visto sporcarsi le mani partendo dal basso. Un tipo duro che spesso si è scontrato con dirigenti e tifosi, mantenendo comunque la sua linea e le sue idee. Tre personalità diverse, tre impostazioni diverse, tre mentalità diverse in un anno solare. E’ solo un quadro del momento viola.. ma la speranza è sempre l'ultima a morire. Forza Beppe!
QUATTRO come le vittorie della Fiorentina nell'era Montella bis.. veramente poche, nonostante le difficoltà legate alla rosa, al mercato e ad una situazione societaria "ballerina" e in costruzione. Vincenzo lascia con qualche alibi ma non tutto può essere giustificato. La sua colpa maggiore è stata, probabilmente, quella di non dare mai un gioco alla squadra che ha steccato di conseguenza anche nei risultati. I dati sono palesi e drammatici, una parentesi disastrosa con numeri da retrocessione. Una Fiorentina spesso grande contro le grandi ma piccolissima con le piccole. Pochi picchi e tanta amarezza. Eppure quest'estate la fiducia in lui era stata rinnovata anche da Commisso, tra New York e Firenze.. poi le problematiche e l'esonero. Castrovilli, Vlahovic e l'exploit di diversi giovani i suoi meriti maggiori.. per il resto tanta mediocrità! Il Montella bis è stata una scommessa persa, per la Fiorentina ma in primis per il tecnico che voleva rilanciarsi nel calcio nostrano ma è stato presto “divorato” da se stesso. Un grande in bocca al lupo, sincero, ad un uomo comunque meraviglioso.
CINQUE come il numero di Milan Badelj. Uno dei pochi "senatori" in un gruppo molto giovane ed inesperto. Un ritorno, il suo, che non ha entusiasmato e che in tanti hanno criticato apertamente. All'età di trent'anni il regista croato dopo una parentesi non felicissima alla Lazio è tornato in quella che è stata la sua casa per quattro anni. Un legame forte con la città per la sua dedizione e per la sua personalità. Ha chiuso il 2019 con l’unica rete viola nella debacle al Franchi contro la Roma, un messaggio positivo nella drammaticità del momento.. una pagina comunque bella e vera degli ultimi anni. Forse non è più quel giocatore pimpante e geometricamente perfetto che ricordiamo ma Milan resta un leader silenzioso dal quale ripartire.. un “Capitano” non capitano che si è perso e ritrovato spesso in carriera! Ora dovrà affrontare un'altra sfida e dovrà accettare le scelte di un nuovo allenatore misurandosi ancora con se stesso. Ma siamo sicuri ci sarà ancora, con il suo solito spirito di collaborazione, perché Milan è ancora lì, nel suo centrocampo a battagliare per uscire da questo momento difficile insieme ai compagni.
SEI come le milioni di lire che negli anni trenta servirono per la realizzazione dell’Artemio Franchi in origine Giovanni Berta, per il suo legame con il mondo fascista del periodo. Una costruzione innovativa e imponente per quel momento storico che oggi rischia di abbandonare la Fiorentina.. o meglio viceversa. Si perché l’esigenza di un nuovo impianto sembra imminente e le discussione attorno alla questione sono tante. Posizioni diverse e spesso contraddittorie. Per ora resta la casa della Fiorentina, un luogo storico che raccoglie il sudore di tante “battaglie”, vittorie e sconfitte dell’unica squadra della città. Una maiuscola D, ieri messaggio di forza e potere.. oggi iniziale di un domani incerto e fragile. Non sappiamo come andrà a finire, quante volte ancora vedremo calcare quel terreno glorioso.. sappiamo cosa rappresenta per i fiorentini. La nostra casa.. oggi la Torre di Maratona si erge ancora “spavalda” su Firenze, sperando di non vederla mai cadere giù.. in un impianto intriso di storia e di episodi importanti, come il braccio allineato al corpo del “calciatore partigiano” Bruno Neri e la sua piccola resistenza al potere fascista. Una resistenza che oggi, purtroppo, potrebbe crollare per sempre..
SETTE come Franck Ribery.. il suo numero, la sua storia, l’idea di avere in squadra un campione assoluto. Un palmares invidiabile e tanta classe per il colpo più importante degli ultimi anni.. uno dei primi di Rocco Commisso che ha creduto nel suo talento, anche se abbastanza “maturo”, per riportare in alto la Fiorentina. Due gol per lui in undici presenze.. lui che non ha mai impressionato tanto per le sue doti realizzative ma molto di più per la sua classe. E’ stato accolto a Firenze in un Franchi gremito di tifosi e da subito ha dimostrato la sua grande professionalità. Poi l’infortunio e il lungo stop.. ma rientrerà ancora forte il campione francese, ancora da leader e con il suo estro senza età. Stimolo per i giovani e “invidia” per i vecchi.. Franck è stato un lampo di luce in lunghe notti tenebrose. Per i tedeschi, Kaiser Franck (Re Franck.. di Monaco) per tanti Scarface per le sue cicatrici, testimonianze della sua sofferenza.. per Firenze un mito, una leggenda.. la numero 7 viola non è mai stata così bella!
OTTO come il numero sulle spalle di Gaetano Castrovilli, la nota più bella, in campo, della stagione. Castrovilli è un giocatore che incarna quello che la Fiorentina dovrebbe essere. Cresciuto nella primavera viola è maturato alla Cremonese in Serie B. Gaetano ha talento e spensieratezza, ha preso in mano il centrocampo della Fiorentina e sta impressionando tutti. Colpi di classe e determinazione che hanno visto crescere il suo valore. Come dicevamo Castrovilli incarna quello che la Fiorentina dovrebbe essere, giovane, spigliata, determinata.. talentuosa ma sempre e comunque umile. Compirà 23 anni a febbraio ma ha già il piglio dei grandi.. e, giustamente, le big del calcio non restano a guardare. Tante si sono già proposte e tante altre si faranno avanti ma Gaetano, ad oggi, è il volto più bello di questa Fiorentina..
NOVE come quel numero che manca a questa squadra da tempo.. anzi, a dirla tutta c’è anche, sulle spalle del giovanissimo Pedro. Un investimento anche pesante per un ragazzo sicuramente talentuoso ma che fatica ad ereditare il ruolo e la maglia di personaggi mitologici del passato. Un numero glorioso che vede nei suoi massimi picchi gente come Batistuta, Hamrin, “Pecos Bill” Virgili.. belli, fortissimi e vincenti in viola! L’identità del bomber che negli ultimi anni si è modificata.. è andata quasi persa, a danno dei gol e dello spettacolo. Dopo il Re Leone a Firenze una sorta di maledizione attanaglia questo numero, con unici “superstiti” Riganò (eroe della Rinascita viola) e, forse, Kalinic. Per il resto dubbi e tante delusioni. In ultimo Giovanni Simeone. Insomma alla Fiorentina manca quella maglia, quel numero, quella caratura.. mancano quei gol. Vlahovic con il suo 28 ha preferito stare lontano da qualsiasi scomodo paragone ma, nonostante il suo buon rendimento, potrebbe non bastare. Serve un goleador a questa squadra.. servono le realizzazioni e servono presto! Eugenio Montale si occupò di calcio, ipotizzando un campionato senza reti: «Sogno che un giorno nessuno farà più gol in tutto il mondo»… noi potremmo aggiungere: “fino a quel giorno, teorizzato dal Premio Nobel per la letteratura, servono i gol.. e per farli, serve un’attaccante! Un Nove!”
DIECI come ogni anno al popolo della Fiorentina.. ma in generale al tifo. Oggi sostenere la propria squadra del cuore è diventato davvero complicato. Nel calcio dei diritti TV, della tecnologia e del caro-prezzi sulle gradinate.. l’ultima luce di speranza risiede ancora nella passione della gente. E’ triste vedere stadi svuotati di colore e fantasia. L’essenza più bella del calcio, stare insieme e divertirsi formando un unico coro.. un’unica bandiera. Quella viola, che vive momenti poco sereni, ma che sventola sempre alta, al Franchi e in ogni altro stadio d’Italia. Cambiano le dirigenze, cambiano gli allenatori e i calciatori in campo ma non cambieranno mai le facce in curva. Chi vive ancora il calcio alla vecchia maniera, senza applicazioni e senza “diavolerie” digitali. Forse siamo rimasti ancora in pochi a vivere questo sport in modo sano e diretto.. forse, ancora in pochi, barattano la voce la domenica sera al caldo salotto di casa. E’ a loro che va il nostro dieci come sempre, a noi, quei pochi! A quelli che vincere non è l’unica cosa che conta.. ma esserci appaga già ogni sofferenza…
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