NON TUTTO IL MALE VIEN PER NUOCERE
Due gol subìti a San Siro fanno arrabbiare, e non poco, i tifosi viola. Ciononostante, non tutto il male vien per nuocere. Ce lo suggerisce l’analisi del giorno dopo.
La rabbia è infida e bisogna trattarla con i guanti. Altrimenti prende il sopravvento ed annebbia la ragione. Una volta sbollita, si può andare a prendere ciò che di positivo s’è visto nella sfida di domenica pomeriggio in scena al San Siro di Milano. Quest’anno il Milan sta azzeccando tutto. Anche senza Ibrahimovic, ha dimostrato coesione ed intelligenza collettiva nelle giocate. Non dimentichiamoci, però, che tutto questo è frutto di un lavoro che va avanti spedito da mesi, ormai. Un progetto condotto, meritocraticamente, da un ottimo Stefano Pioli: aiutato da Daniele Bonera e dal resto dello staff rossonero. Alla luce di ciò, non si pensi che fosse già chiaro il destino della Fiorentina contro il diavolo. Ma nemmeno che si sia vista una brutta squadra, anzi. Mister Cesare Prandelli lo aveva preannunciato nella conferenza stampa prepartita: “Son sempre stato chiaro e diretto. Bisogna arrivare direttamente ai 40 punti e nel modo più veloce possibile. Una volta raggiunti, mi chiederete poi cosa voglio fare”. Ed una sorta d’idea di quello che voglia fare Cesare Prandelli la si è già vista a Milano. Il primo tempo dei calciatori viola è stato all’insegna del gioco veloce e dei continui cambi gioco. Il tutto volto alla confusione dell’avversario, eliminando qualunque certezza tattica negli uomini di Bonera. Diciamocelo chiaro e tondo: cose del genere non si vedevano da tempo immemore. E ci stava riuscendo Cesare, rischiando addirittura di far sbloccare definitivamente Dusan Vlahovic. Quel palo sta tremando tutt’ora e Donnarumma dovrebbe baciarselo a dovere. Poi è chiaro che il calcio, volendo nolendo, è fatto di momenti. E se non sei aiutato a dovere dalla dèa bendata, arrivano le conseguenze. Non appena il gioco della squadra gigliata è calato quel poco di tensione, arriva completamente a caso la doccia fredda. Il gol di Alessio Romagnoli, arrivato su calcio d’angolo, denota ancora la fragilità difensiva del collettivo viola: scevra di Martinez Quarta ancora. Tuttavia, è opinione comune che solo in siffatta maniera poteva arrivare il vantaggio rossonero: soltanto su calcio indiretto. E dopo quel momento, la paura riaffiora ed annebbia le menti dei giovani calciatori della Fiorentina. Prandelli l'aveva anche detto: bisogna combatterla. Ma così non è stato. Saltano gli schemi e già a partire dal primo tempo le squadre si allungano. Poi i rigori (il primo giusto, il secondo così così) cucinano a dovere il resto di una frittata amara. Negli ingredienti figurano, tuttavia, carisma, grinta, fame e quel pizzico d’estro che non guasta mai. L’importante, però, è non dimenticarsela sul fuoco accesso: il rischio bruciatura è sempre dietro l’angolo. E questa volta il suo nome era Alessio Romagnoli. Il prossimo, si spera, non sia quello di Marko Pjaca: della serie. Non tutto il male vien per nuocere. Se queste sono le premesse, bisogna aspettare la salvezza raggiunta aritmeticamente dalla Fiorentina. E con ansia, per giunta. Una volta arrivata, i tifosi si ricrederanno e daranno maggiore credito all’ormai noto “Prandelli-bis”. Se queste sono le premesse, ai tifosi fiorentini verrà voglia di vedere sul tavolo il tris e, perché no, anche il poker: raise del Genoa permettendo.
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