De Magistris: "Finale? L'Inter come organico è superiore, però in gara secca può sempre succedere di tutto"
Gianni De Magistris, ospite del Pentasport di Radio Bruno, ha parlato così di tutti i temi di attualità di casa Fiorentina
Gianni De Magistris, ospite del Pentasport di Radio Bruno, ha parlato così di tutti i temi di attualità di casa Fiorentina: "Parto dicendo che ieri lo stadio è stato spettacolare e lo si è capito anche dalle parole dei giocatori. Finale? L'Inter come organico è superiore, però in gara secca può sempre succedere di tutto. Personalmente do un 51% di possibilità di vincere ai nerazzurri e un 49% ai viola. Stagione viola svoltata a gennaio? Io ad inizio campionato spesso ho criticato Italiano e la squadra perchè non vedevo più il gioco della scorsa annata. Ad oggi però la Fiorentina è stata brava a risollevarsi mettendo i piedi una stagione che può portare a due trofei. Italiano è passato dal dover gestire le difficoltà e anche un possibile esonero a dover gestire l'entusiasmo di una piazza intera. Jovic? Non mi sento di parlarne male perché ne riconosco le qualità, magari l'anno prossimo esplode, un po' come fatto in stagione da Dodò. Ikone? Anche sulle sue qualità tecniche non ho dubbi, ancora però non ha fatto vedere tutte le sue potenzialità, ecco perché continuo alle volte a criticarlo. Questo concetto lo posso estendere anche ad altri elementi della rosa viola. Ad esempio, anche Gonzalez è un giocatore che ancora non mi ha incantato e che sono sicuro che ha tanto da dare. Coppa Italia più difficile della Conference League? Non sono molto d'accordo. Intanto in Coppa Italia c'è una gara secca da disputare e non tre partite come in Conference League, poi non reputo l'Inter così difficile da battere come pensano in molti. I nerazzurri in campionato stanno facendo molta fatica. Meglio arrivare in Europa dal campionato o fare due finali con il rischio di perdere e restare fuori dalle competizioni europee? Io personalmente penso sempre che sia meglio arrivare in finale di una competizione e giocarsi un trofeo, anche a costo poi, nella peggiore delle ipotesi, di perderlo e restare con un pugno di mosche in mano".