È come stare in un limbo. Si gioca, non si gioca, contro chi si gioca, quando...boh, chissà. Tutto normale se si tratta del torneo di calcetto dove nell'ultima ora si cerca disperatamente l'ultimo uomo, un po' meno se si parla del campionato di Serie A. Inutile prendersi in giro. La decisione di rinviare le cinque gare previste per lo scorso weekend a porte chiuse - tra cui Udinese - Fiorentina - al momento sembra un autogol clamoroso da parte della Lega Calcio italiana. Un harakiri, per dirla alla giapponese citando l'antico rituale dei Samurai, da cui adesso è maledettamente difficile tornare indietro. Da sabato ad oggi è stato un susseguirsi di accuse, proposte, discussioni, dichiarazioni ( non ultima quella di oggi di Joe Barone). A prescindere dall'accordo sul da farsi che ancora manca,  come si può parlare di eventuali giorni di recupero, quando a costringere a tutto questo è un virus che, sfortunatamente, non ha portato con sè date di scadenza e la cui evoluzione non è possibile prevedere? Il campionato è ora sprovvisto dell'unico mezzo che a detta di molti avrebbe potuto garantire quantomeno una certa stabilità in questo traballante periodo: le porte chiuse. Al di la dei perché e dei per come, di motivi commerciali, pressioni esterne o che altro, resta il fatto che il banco è saltato. E non si torna indietro. Escluse definitivamente le porte chiuse, restano due strade per mantenere la coerenza della scelta appena fatta: porte aperte con tutti i rischi che ne conseguono (e anche in questo caso resterebbe da spiegare il motivo per cui i casi di contagi crescono e le misure di prevenzione diminuiscono), o rinvii a nastro nella speranza che ci sia finalmente un po' di tregua (in primis per tutti coloro che in un modo o nell'altro sono stati colpiti dal virus). Riusciranno a risolvere il problema? Sarà il tempo a dirlo. In attesa che si trovi una nuova soluzione sorge una domanda: Stiamo davvero dando una immagine migliore del nostro calcio di uno Juventus - Inter senza tifosi? Intanto la Fiorentina continua la preparazione in vista del Brescia. Nella speranza che questa volta la settimana non passi invano. Perché in un periodo complicato per il paese come questo, è proprio alla spensieratezza e alla leggerezza che bisogna aggrapparsi per riprendere fiato e ritrovare calma e lucidità, che sia allo stadio o da casa davanti alla tv. Di sicuro, non trovando il modo di complicare anche le poche cose che dovrebbero essere semplici.  
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