Casini: "Serie A come la Premier? È un lungo processo di riforme aiutato dell’ingresso di investitori stranieri"
Il presidente della Serie A al Corsera sulla possibilità che il prossimo bando per i diritti tv
Il presidente della Lega Serie A, Casini, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera: “Il tema, con nessuna frattura, si era aperto e chiuso a febbraio: erano procedure in terne alla Lega e mi dispiace siano divenute pubbliche”.
Ha poi parlato dei traguardi raggiunti grazie all’accordo col Governo sul fronte della commercializzazione dei diritti tv e sottolineato l’importanza del calcio: "Il calcio è tra i principali contributori, direttamente e indirettamente, dell’economia italiana, ma in molte occasioni non è forse riuscito a far comprendere a pieno questo suo ruolo. Ecco, se c’è una cosa in cui dobbiamo migliorare è farci percepire come un vero settore industriale e potenziare la presenza della serie A nel sociale". Dopo aver parlato delle riforme in agenda per il calcio e la Serie A ribadendo il no alla riduzione a 18 squadre: "Su questo punto i club si sono espressi prima del mio arrivo. Si può fare un’ulteriore riflessione, però con dati seri sul pro e contro anche in termini di audience e rappresentatività territoriale, nel quadro delle riforme di cui ha bisogno il nostro settore. Come in tanti rilevano, le partite in calendario oggi, tra campionati, coppe e nazionali, sono diventate forse troppe».
Si è tornati sul tema scottante dei diritti tv cercando di capire se sarà possibile ottenere per il prossimo bando le stesse cifre al momento pagate da Sky e Dazn: “Il contesto globale non è semplice. L’ad della Lega sta lavorando sul fronte italiano e su quello internazionale, anche approfittando delle recenti modifiche legislative”. Come si colma l’enorme divario dalla Premier League?:“Va richiamato il percorso di rinascita dopo la grave crisi causata dal problema degli hooligans e dalla squalifica dalle coppe europee per diversi anni. Prima di diventare ciò che è oggi, la Premier ha intrapreso un lungo cammino di riforme accompagnato da nuove politiche sportive e culturali. Poi certo ha beneficiato dell’ingresso di investitori stranieri che hanno iniettato risorse, come sta accadendo ora anche in Italia con le proprietà estere”.