E' stato intervistato dai microfoni di Radio Bruno Toscana l'ex viola Luciano Chiarugi. Tra le varie tematiche affrontate, Chiarugi ha commentato il suo trasferimento al Milan avvenuto nel 1972, ma non solo:

“Trasferimento al Milan? Avevo 12 anni quando sono arrivato alla Fiorentina e dopo 13 anni andai al Milan. Fui venduto a mia insaputa. E' la verità. Non abitavo a Firenze ma a Ponsacco. Per me quel famoso sogno nel cassetto è stato l'esordio con la maglia della Fiorentina e vincere lo scudetto a Firenze. Una cosa indelebile nel mio cuore. Del trasferimento al Milan lo seppi al mare. C'era anche l'Inter di mezzo che mi voleva. Mi chiamarono e mi dissero ‘La Fiorentina ha bisogno di fare cassa, c’è un'offerta per te importante da una squadra di Milano'. Era l'Inter. Rimasi perplesso, perché ero attaccato ai colori viola. Mi sono sposato a Firenze, ho battezzato mia figlia a Firenze, ho vissuto quasi tutta la mia vita a Firenze. E' stata una grande soddisfazione passare al Milan, però io volevo restare in maglia viola. Discussioni su di me? A quel tempo su certi giocatori non venivano aperti dibattiti sfrontati, ma su me era chiaro che tutti volessero di più. Chiamato Cavallo Pazzo e accostato a Cassano? E' un discorso essere estroversi in campo e timidi nella vita privata. Venivo etichettato così da certi giornalisti, ma io nella vita privata sono sempre stato riservato. Mai fatto ‘cassanate’ in vita. Cos'è stata la Fiorentina per me? Metà della mia vita. La grande soddisfazione è stata dopo quando tornai ad allenare qui. Avevo delle offerte che in quel periodo erano importanti economicamente, ma io venni alla Fiorentina con una soddisfazione enorme. Venni con un entusiasmo fantastico, una delle più grandi soddisfazioni della mia carriera post-calcistica. Giocatori viola che sono falsi? Mi è difficile oggi definire e valutare certi giocatori, ma per alcuni si percepisce che non danno tutto per la maglia. Quest'anno l'abbiamo visto sia con Iachini che con Prandelli, vedere questa squadra trasformarsi in campo ti fa capire che certi giocatori non ci tengono alla maglia come eravamo noi. C'è differenza nei rapporti, noi prima eravamo attaccati molto a tifosi e stampa, adesso no. Prima uscivi dallo stadio in macchina e parlavamo tranquillamente con i tifosi, avevamo incitamenti in più. Specie con quelli che ci criticavano. Oggi i giocatori spariscono e non vogliono farsi vedere. Direi di sì due volte alla Fiorentina ancora? Sicuramente sì, perché ero un allenatore della Primavera ed ottenni grandi soddisfazioni. Vedere il ringraziamento di alcuni giocatori come Amoruso, Zanetti per me è stata una grande soddisfazione. Io ringrazierò sempre la Fiorentina, personalmente ed obiettivamente mi ha dato grandi soddisfazioni a livello professionale. Soprattutto ringrazierò sempre la città di Firenze"

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