Comotto: "Fiorentina e Torino squadre importanti ma..."
L’ex difensore di Fiorentina e Torino, attualmente dirigente sportivo, ha detto la sua in vista della sfida di domani tra i due club
Gianluca Comotto, punto di riferimento del Torino, è arrivato anche a indossare la fascia di capitano granata. L’ex difensore ha militato anche nella Fiorentina e a Firenze ha ricoperto poi il ruolo di capo scout. Doppio ex della sfida, l’ex calciatore piemontese ha parlato a ToroNews.net in vista della partita tra Fiorentina e Torino di scena al Franchi.
Queste le sue parole:
“Sono due squadre importanti, vedremo se riusciranno a fare un ulteriore salto in avanti. La sensazione nel Torino è che manchi sempre qualcosina per raggiungere l’Europa. La Fiorentina mi sembra avere una rosa più strutturata. Fiorentina e Torino le due piazze alle quali devo di più? Con la Fiorentina per via della Champions, con il Torino per tutta una serie di motivi: inizio nella Primavera come capitano, poi arrivo a vestire la fascia anche in Prima Squadra. Segno il gol del centenario, nel mezzo c’è stato il fallimento. Penso che ci sia molto romanticismo nella mia storia granata perché ci sono tutti gli alti e tutti i bassi che contraddistinguono la vita di ognuno di noi”.
Europa? Missione difficile per il Torino
“Toro in Europa? Fare il saltino non è facile perché ci sono squadre più attrezzate e con monti ingaggi ben superiori. È chiaro che ci sono state stagioni nelle quali ci si salvava all’ultima giornata, quindi se guardo il bicchiere mezzo pieno oggi la situazione è ben diversa. È giusto che i tifosi possano sognare perché se si tolgono anche i sogni, allora il calcio finisce. Mi sono un po’ ritrovato nella scelta di Buongiorno di rifiutare l’Atalanta, anche se le età erano differenti. Prima di andare alla Fiorentina, molte altre squadre mi richiedevano ma non giocavano la Champions e quindi a gennaio rimasi a Torino in attesa di un’altra chiamata. Volevo andarmene soltanto per un livello superiore. Avevo perseguito quella scelta. Buongiorno si è trovato più o meno nella stessa situazione. Buongiorno è andato controcorrente rispetto al calcio d’oggi: bisogna togliersi il cappello”.