De Paola ha parlato di Fiorentina, soffermandosi su Kean e Commisso
Ai microfoni di TMW Radio è intervenuto il giornalista Paolo De Paola
Ai microfoni di TMW Radio è intervenuto il giornalista Paolo De Paola per parlare di Fiorentina.
Su Moise Kean
Ci sono dei giocatori che vanno sfruttati per le caratteristiche che possono offrire alla squadra. Kean non è un vero e proprio goleador o un attaccante completo, ma è molto bravo a proteggere il pallone e far salire la squadra. Non aspettiamoci un atteggiamento da attaccante puro, perché non lo è
Sulle parole di Commisso
Su queste cose penso che oggi tocca una squadra, domani tocca ad un’altra. Penso sia una cosa normale. La Juventus sicuramente ha una solidità economica che non ha nessun’altr squadra in Serie A. Ha una famiglia solida alle spalle che riesce a sopperire alle difficoltà quando ce n’è bisogno
Rocco Commisso, le sue parole alla Gazzetta dello Sport
Certe vittorie sono arrivate grazie a situazioni debitorie assurde che hanno portato i club quasi alla bancarotta e poi nelle mani di fondi per la mancata restituzione da parte delle proprietà dei prestiti ricevuti. E io mi chiedo ancora se chi ha vinto in certi anni poteva essere iscritto al campionato... Stavo per comprare il Milan poi è finito a mister Li e sapete come è finita. E Zhang? Non si sa più dov’è... Anche lui costretto a lasciare l’Inter, indebitata col fondo Oaktree. Poi c’è il caso Juve: da Ronaldo in poi Exor in cinque anni ha dovuto mettere 900 milioni di euro per sistemare i bilanci, nonostante i ricavi annuali fossero superiori a 450 milioni, più del triplo di quelli della Fiorentina. Dei club a cui possiamo paragonarci, per dimensione e ricavi, solo l’Atalanta ha fatto meglio di noi come risultati, ma il loro progetto, compreso di infrastrutture, è partito prima. Le altre no, non posso invidiarle.
La fiducia c’è sempre, ma non ho visto miglioramenti, a partire dal rispetto delle regole. La Juventus ha subito una penalizzazione per irregolarità, ma Milan e Inter hanno continuato a spendere nonostante centinaia di milioni di debiti e non sono state mai penalizzate per questo. Non si è voluto intervenire. Questi club, a partire dalla Juve, volevano aggiustare i bilanci con i soldi della Super Lega a scapito dei tornei nazionali. Per fortuna quel progetto è fallito ed il calcio si è salvato. Io credo che questo immobilismo sia una malattia italiana. Dobbiamo mettere il calcio in protezione, facendo rispettare le regole e percorrendo nuove strade, ma in Italia non si riesce mai a farlo. Non si riesce a cambiare il sistema per ottenere più risorse e garantire un equilibrio tra entrate e uscite. Chi investe nel calcio italiano oggi deve continuamente ripianare e mettere altri soldi: un pozzo senza fondo. Io nel secondo triennio della mia presidenza ho messo gli stessi soldi del primo triennio... I Friedkin credo abbiano investito nella Roma già quasi un miliardo. L’unico momento in cui le proprietà potranno rientrare delle spese sostenute è quando rivenderanno il club, se non sono andate in bancarotta prima. Perché nel club, finché ce l’hanno, continueranno a mettere soldi su soldi.