Foto Giacomo Morini
Foto Giacomo Morini

Immaginare il campo come una scacchiera è la maniera interpretativa esatta di questa disciplina? Linee dritte, perfette, giuste. Forse, quel che era un'attività ricreativa e di mantenimento della salute fisica, uguale a qualunque altro atto creativo del mondo, sta attraversando la sua fase di massima generalità?

Osservare sistemi di gioco spettacolari. Perciò estetici. Ripetitivi. Dunque, legati alla preparazione dei caratteri corporei generali per il mantenimento di un ritmo, reputato, “ottimale” all'operatività produttiva della funzione. Limitati, perché produttivi sì, ma soltanto quando ripropongono esteticamente i caratteri intrinseci e specifici (difatti generali) dei propri schemi. Tutto ciò, porta a sintetizzare l'argomento in tale frase: per rendere prevedibile un gioco, altrimenti, dotato di tattica, manovra e recupero palla.

Ad oggi, si parla di possesso e di pressione. Di come viene sezionato il campo. Dell'insegnamento (non allenamento) di movenze, poi ripetute in partita.

Con queste frasi non si vuole criticare, anzi, si vuole soltanto provare ad interpretare il funzionamento: l'atto si comprende al suo totale dispiegamento.

Lo spazio può essere dritto, certo, ma nella sezione. Forma limitata, specifica e dotata di caratteri generali. Eppure, se osservassimo la normalità dei nostri corpi, noteremmo ad esempio: che le nostre gambe sono tra lo 0.5 e il centimetro (questo lo standard deciso) di differenza; o che i peli della barba non crescono, per tutta la faccia, in maniera esattamente uguale. Certo, non c'entra niente col calcio, ma può servire per comprendere il senso di questo articolo: la prevedibilità risponde alla paura.

Infatti, non c'è niente di più spaventoso del mondo. Perciò esso è prevedibile, esatto e giusto. Perciò esso è in tensione: la tensione ti mantiene dove sei, riducendo tutto ad immaginazione e sogno.

Lo spazio

Abbiamo già accennato sopra: lo spazio è dritto se sublimato in sezione. Ecco perché da Happel, ma anche prima di lui, l'interpretazione “comune” (cioè reputata, risultato di una maggioranza, giusta) della spazialità era ed è, ancora oggi, quella di suddividere il campo da gioco in sezioni quadrangolari.

Il calcio sarà nato anche in Inghilterra, però la sua "scientificità" ha fonte nel Calcio Danubiano.

Comunque, a parte inglesi o non inglesi: il momento va lasciato fluire. Non prolungare.

Invece, la giustezza interpretativa, come qualunque altra (pure non legata al calcio), viene prolungata. Quindi, la riflessione squalificata per lasciare il binomio pensiero-interpretazione.

Lo spazio curva e noi curviamo.

Perché fare diagonali e non rotazioni? Perché la simmetria e non l'asimmetria? Perché, soprattutto, il tempo e la distanza, invece, dello spazio?

L'interpretazione calcistica di Italiano ha frutto (forse non direttamente) da generalità simili a quelle di Happel, Guardiola, Klopp, Simeone. Insomma, una similitudine.

Ricordiamo ancora una volta: esiste solo la legge della verticalità e i suoi tre princìpi di spazialità, convergenze e agonismo

L'allenatore lavora sugli schemi e sulla preparazione atletica, ma non impone, se non quanto basta alla disciplina per essere tale.

Il resto, com'è giusto, viene deciso da quelli che oggi sono meri oggetti economici e funzionalità: i calciatori. Dove non arrivano loro, arriva l'allenatore.

Italiano deve capire quale figura essere: tecnico o allenatore?

Perché sono due professioni distinte: uno compone una similitudine e la mantiene; mentre l'altro tende a rispettare la legge e i tre princìpi.

Se dovesse scegliere la prima, dovremmo capire che le uniche variazioni saranno ritmiche. Finché la tenuta biomeccanica persisterà il ritmo della ripetizione degli schemi opererà in maniera esteticamente perfetta. Però non dovremmo perdere la pazienza, osservando le possibili combinazioni schematico-biomeccaniche opposte (parliamo degli avversari): se queste dovessero cozzare, beh… Dalle sconfitte si impara ad approfondire la propria funzione.

Se, invece, dovesse scegliere la seconda, le similitudini persisteranno (il calcio è un libro, basta leggerlo), come gli schemi e lo studio degli altri schemi avversari. Ma tutto sarà volto non alla funzione, ma al fluire. Non al possesso, ma alla manovra. Non al pressing, ma al recupero palla. Tutto sarà volto al rispetto dei tre princìpi.

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