(CREDITI ACF FIORENTINA)
Raffaele Palladino

Il giornalista Benedetto Ferrara ha analizzato il momento della Fiorentina sulle pagine dell'edizione odierna de La Nazione

Con la Conference si chiude. E il pensiero su Italiano

Una buona notizia: ciao Conference, ci rivediamo a Marzo, adesso testa solo al campionato, quella cosa che al momento ci interessa di più. Il resto si vedrà, quando gli avversari avranno nomi decriptabili e sarà tutto più intrigante. In settimana si è parlato molto delle capriole di Italiano al termine della partita di Bologna che nemmeno avesse vinto una finale di Conference (brutti ricordi). A mente fredda possiamo dire che di sicuro la sua non è stata una lezione di stile. D’altra parte ognuno segue la sua strada, c’è chi vive con compostezza la propria immagine pubblica e chi non sa trattenere le proprie emozioni. Non è detto che il primo sia un allenatore migliore perché non tutti hanno il fair play di Ancelotti, che ha vinto ogni trofeo possibile immaginabile senza mai lasciarsi andare senza alcun controllo. Insomma, diciamo che l’ex allenatore della Fiorentina poteva pensarci un attimo in più. Non era il momento

Rapporti tesi tra Pradè e Italiano

Detto questo dalle parole di Pradè si è capito che i rapporti tra le parti erano già decisamente arrugginiti. Tre le ipotesi: un attaccante venduto a gennaio, un esterno mai comprato (in un altro gennaio), una gomma bucata dal tecnico all’auto del diesse nel parcheggio del Viola Park. Suvvia, siete grandi e maturi, mica Zaniolo, date l’esempio a chi vi guarda e fate “pacina”, come diciamo ai bambini litigiosi. Chi ha sicuramente stile è Palladino, uno che come uomo sta vivendo momenti non facili eppure è capace di trasmettere serenità davanti alle telecamere. E gratitudine ai suoi giocatori, oltre che ammettere le proprie responsabilità quando le cose non vanno bene. Questo si chiama dare l’esempio. Che il pallone sia uno sfogatoio non è notizia di oggi, il fatto che qualcuno sappia gestire i propri umori davanti a milioni di spettatori invece è sempre una bella cosa, perché a certi livelli ci si accolla anche delle responsabilità

Pradè
Foto di Giacomo Morini ©

Il mercato invernale

Ma adesso è il momento del mercato, tra “il che si compra” da mettere sotto l’albero e “il chi si compra” da mettere nello spogliatoio. Qualche giocatore partirà, ma non ci sarà da strapparsi i capelli. Altri arriveranno. Girano molti nomi e molte ipotesi. In estate Pradè e Goretti hanno dimostrato di saper fare le cose per bene e sicuramente terrà fede alle sue dichiarate ambizioni. Noi intanto ci limitiamo a mettere una letterina sotto l’albero: caro Babbo Natale, visto che sono stato buono (trattasi di autocertificazione sperando che abbocchi), il 25 ci aspettiamo un esterno offensivo, un centrocampista e un vice Kean. Nel caso in cui tu ritenga che serva altro non ci offendiamo. Punto. Nel caso in cui dubitiate dell’esistenza di Babbo Natale vi ricordiamo che avete creduto in quella di Sabiri, quindi abbandonate ogni dubbio e tanti auguri di cuore a tutti voi

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