Prima parte del ritiro di Moena conclusa: un tuffo dentro il mondo di Vincenzo Italiano
Si è conclusa ieri con il giorno libero concesso da Vincenzo Italiano alla squadra la prima parte del ritiro a Moena della Fiorentina. È dunque già tempo di tirare un primo bilancio di quanto fatto dal nuovo tecnico viola in questi primi nove giorni di lavoro sul campo. Al di là dei risultati delle amichevoli, effettuate contro l’Ostermunchen e la Polisportiva Foligno, ossia avversari di basso livello, è interessante analizzare quanto proposto dal punto di vista delle sedute di allenamento e il rapporto che lo stesso tecnico ha improntato con i sui giocatori.
Partiamo con il dire come la quasi totalità degli allenamenti è stata incentrata su un tentativo forte e immediato di cambiare radicalmente la mentalità del gruppo gigliato, reduce da anni costernati da guide tecniche che improntavano il gioco in maniera molto attendista e poco propositiva. La missione di Italiano è stata sin da subito quella di premere molto sul concetto di aggressione alta spostando dunque il baricentro della squadra dall’area di rigore alla metà campo. Dopodiché l’ex tecnico dello Spezia ha lavorato molto anche su quelli che sono i movimenti che la squadra dovrà andare ad effettuare non solo in fase di non possesso, ma anche in fase di costruzione del gioco, con una particolare attenzione dedicata al lavoro sulle catene laterali (terzini e esterni alti) e al lavoro di inserimento e di accompagnamento delle mezz’ali. Ha trovato in tal senso terreno molto fertile in elementi come Callejon e Lirola, entrambi già abituati a questo tipo di lavoro (con l’ex Napoli che soprattutto con Sarri ha arricchito il proprio bagaglio di conoscenze tattiche) ed ha ridato linfa a quei centrocampisti di inserimento, come Duncan e Benassi, che nel precedente sistema di gioco erano abbastanza penalizzati. Infine ha iniziato attorno alla figura di Vlahovic un lavoro molto importante che probabilmente inizialmente apporterà qualche difficoltà allo stesso giocatore (abituato a giocare in un attacco a due), ma che alla fine si rivelerà essere molto utile per fargli raggiungere una maturazione completa anche e soprattutto dal punto di vista tattico. Insomma quella che Italiano sta cercando e ha cercato già in questi primi nove giorni di portare a Firenze è una vera e propria rivoluzione dal punto di vista del gioco.
Concludiamo questa breve analisi sulla primissima fase di lavoro di Italiano alla Fiorentina analizzando anche quello che è stato il lavoro dal punto di vista mentale e comunicativo del nuovo tecnico gigliato nei confronti dei componenti della rosa. Come avrete osservato, anche e soprattutto attraverso i video raccolti dalla nostra redazione direttamente dal Centro Sportivo Cesare Benatti, nel corso di tutti i primi nove giorni di allenamento Vincenzo italiano ha sempre cercato di avere un atteggiamento molto aggressivo e deciso, volto a stimolare la squadra dal punto di vista caratteriale. Celebri in tal senso sono diventati i suoi discorsi al termine delle sedute di lavoro, effettuati durante la fase di stretching in cerchio di fine allenamento. Dagli esempi sul Barcellona di Guardiola e la pressione alta di Messi ed Eto’o fino ai discorsi motivazionali sul non arrendersi mai durante una gara anche se ci si dovesse trovare sotto di due reti, tanti sono stati gli esempi fanno capire come Italiano, oltre ad essere un tecnico molto preparato dal punto di vista tattico, sia anche un eccellente motivatore e un buonissimo gestore. Insomma uno che la gavetta l’ha fatta e il mestiere del tecnico lo sa fare. La speranza è che con questa figura nuova la Fiorentina possa finalmente aprire un ciclo all’altezza di una piazza come quella di Firenze. Ovviamente se dal mercato arrivassero importanti rinforzi, oltre al già noto Nicola Gonzalez, il lavoro si farebbe di gran lunga più semplice……
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