Gli anni meno conosciuti della carriera di Giancarlo Antognoni ma fondamentali per capire il suo percorso e i valori che lo hanno animato.

"Volevo fare il calciatore. I primi passi di Giancarlo Antognoni" è stato presentato quest'oggi nella Sala del Gonfalone della Regione Toscana. Autore del libro Filippo Luti. Oltre a Giancarlo Antognoni, presenti per AcF Fiorentina il direttore generale Joe Barone e il direttore sportivo Daniele Pradè. In sala anche Joseph Commisso, figlio del presidente viola. Per le Istituzioni ha partecipato l'assessore allo sport del Comune di Firenze Cosimo Guccione. Il ricavato delle vendite sarà destinato alla Fondazione Tommasino Bacciotti, ente impegnato per i bambini malati e che necessitano di cure. La Fondazione gestisce 21 appartamenti dove alloggiano le famiglie mentre i bambini fanno le terapie. https://youtu.be/2_igQW2kLaU Moreno Bottausci, ex giocatore e compagno di squadra di Antognoni, ha commentato in esclusiva per FiorentinaUno i primi anni del numero 10 viola: "Curiosità? Un episodio ma temporaneamente spiacevole. Nel 1969 quando siamo andati ad Asti eravamo fortemente motivati dentro il campo, fuori era un pianto perché volevamo tornare dagli amici a Perugia. Un predestinato? La maggior parte credeva in lui anche se era molto fragile. Dopo ad Asti c'è stata la completa maturazione". Moreno e Giancarlo sono stati e sono molto legati perché hanno condiviso molti momenti di crescita, soprattutto durante i primi anni. Tra gli ex giocatori anche Luciano Chiarugi e Claudio Merlo.  Giancarlo Antognoni ha commentato così: "Rileggere questo libro mi ha portato indietro nel tempo. Daniele mi avresti comprato con questo fisico? (ride, rivolgendosi a Daniele Pradè, ndr). Ringrazio Filippo perché quell'esperienza giovanile mi è servita molto, ero molto timido e non riuscivo a comunicare bene con i compagni".  Parola quindi all'autore Filippo Luti: "Sono emozionato perché siete venuti davvero in tanti. Giancarlo mi ha dato fiducia perché non ci conoscevamo. Nasce dalla passione per la Fiorentina. Ero un bambino quando era a metà della carriera. Abitavo in un posto magico, una casa vicino allo stadio da cui si vede il campo. Ero molto incuriosito da questo ragazzo, dalla scelta di andare ad Asti, come fosse riuscito ad andare in Nazionale, come lo avesse scovato la Fiorentina, quali altre squadre lo seguivano. Mi sono divertito moltissimo in questa ricerca". Articolo di Lorenzo Somigli.
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