Analisi tattica, il gioco di Italiano e i suoi limiti: ecco alcuni dati che spiegano il problema del gol
Con alcune statistiche nelle prime cinque giornate cerchiamo di capire qual’è il problema della squadra di Italiano e perché si fa fatica a trovare il gol
La Fiorentina ha un grosso problema ad aggredire gli ultimi 16-20 metri, non riesce ad azzannare, chiaro colpa delle scelte (come ribadito anche dal mister); ma cosa sbaglia la viola li davanti?
Nel calcio, come Zeman ricorda spesso, vince chi fa un gol in più degli avversari e non chi gioca bene; già il gol.
Spesso si addossa la colpa a Jovic o Cabral oppure agli esterni che segnano poco. Andiamo ad analizzare tatticamente i limiti tattici di Italiano e della Fiorentina.
I 3 gol contro la Cremonese, i 2 contro il Twente e quello di ieri hanno un unico denominatore e vi spiego qual’è.
Nel primo match della prima di campionato Bonaventura e Jovic trovano il gol (lasciando perdere quello fortunato e fortuito di Mandragora) ricevendo un cross basso: uno a rimorchio e uno dentro l’area piccola dove Jovic ha segnato il 93% dei gol nella sua carriera, proprio in quei 5,5 metri dalla porta.
Contro il Twente il copione si ripete, Gonzalez di testa su cross di Biraghi e Cabral in scivolata su cross basso. Unico comun denominatore è il cross. La Fiorentina è prima in Serie A per cross utili 41 ma anche per cross sbagliati 56. Ma allora il problema dov’è?
La viola non ha dei giganti in attacco o grandi incursori forti di testa, e quindi andrebbero serviti con cross bassi ed inoltre gli esterni viola giocano troppo larghi e poco dentro al campo per poter tagliare dentro l’area e raccogliere un cross, ma quando ricevono hanno sempre un piede nella linea laterale, troppo distanti per incidere e quando vanno al cross ci sono pochi uomini in area e la punta è costretta a fare a sportellate e i salti mortali per annusare quel cross.
Il problema della punta è un altro, e una statistica lo spiega in modo lampante: la Fiorentina è ultima per fuorigioco, questo vuol dire che il Cabral o lo Jovic di turno attaccano poco, se non mai, la profondità, e se lo fanno vengono ignorati con un palleggio che si ostina ad essere sempre in orizzontale; mai una verticalizzazione o un’imbucata per la punta che scappa o per gli esterni che tagliano dentro al campo.
I viola sono primi per possesso palla nella metà campo avversaria con la media di 16’ e 37’’ a partita ma sono arrivati solo 4 gol di cui 3 nel primo match contro la Cremonese e di cui uno (quello di Mandragora) fortunato. Dunque per gli attaccanti viene difficile ricevere un pallone con la porta che vi si presenta davanti, ma se toccano palla o legano il gioco sono costretti a farlo spalle alla porta; per rendere meglio il concetto basta riguardare il gol di ieri: Kouamè attacca lo spazio, imbucata per l’ivoriano che riceve il pallone con la porta davanti a sé (un piccolo appunto, consiglio di andare a vedere i gol in carriera di Jovic e Cabral per capire in che modo sono devastanti e come venivano serviti per agevolarli ad esprimere il loro potenziale al meglio: dentro l’area piccola con la porta difronte a loro e non alle spalle e con dei palloni filtranti dietro la linea difensiva avversaria).
Un ultimo dato su cui si dovrebbe informare il mister Italiano in modo da far allenare i suoi: la squadra gigliata è prima per calci d’angolo, 42, ma non è mai pericolosa; sarebbe ora di studiare qualche movimento in area per sfruttare queste palle inattive in modo incisivo.