Un uomo che di certo non ha bisogno di presentazioni. Ci limitiamo semplicemente a riportarne i numeri per dare un’idea: 69 gol e 26 assist in 143 presenze con la maglia viola. Idolo incontrastato dei tifosi fiorentini, Adrian Mutu (oggi 42 anni) conserva nel profondo del suo cuore un bellissimo ricordo di Firenze, della Fiorentina e dei suoi tifosi. E sappiamo come il viceversa sia più che scontato ribadirlo. Abbandonato il calcio giocato nel luglio del 2016, Adrian Mutu ha deciso di intraprendere la strada manageriale e, dopo le esperienze rumene all’FC Voluntari e quelle negli Emirati Arabi Uniti al Wahda Reserve, quest’oggi Mutu è alla guida della selezione Under21 della Nazionale rumena. Ed in esclusiva alla nostra redazione di F1 Adrian Mutu ha raccontato come sta procedendo questa sua nuova avventura: con un occhio di riguardo anche al passato. 

 

Come stai e come sta andando la tua nuova avventura alla guida della Nazionale Under21 della Romania? 

 

“Penso di essere in un momento molto buono della mia carriera. È un onore per me allenare la Nazionale rumena. Siamo riusciti a qualificarci nuovamente per l'EURO e sono sicuro che faremo una bella figura”. 

 

Ti manca l’Italia? E Firenze? 

 

“Si, mi manca tutto di Firenze. La città, lo stadio, l’atmosfera, i tifosi, la gente del posto”. 

 

Che idea ti sei fatto in quest’ultimo anno della Fiorentina? 

 

“La Fiorentina non sta attraversando un buon periodo, questo è chiaro. Penso che potrebbe anche essere un problema mentale perché ora il morale è basso. Sono sicuro che una volta che la squadra avrà ottenuto due o tre vittorie consecutive questo brutto periodo passerà”.

 

Cosa ne pensi del ritorno di Cesare Prandelli sulla panchina viola? Ho piena fiducia in mister Prandelli

 

"È l'uomo giusto per raddrizzare la squadra. I tifosi devono fidarsi di lui e vedranno che avrà successo”. 

 

Ti va di raccontarci qualche aneddoto di quegli anni passati a Firenze…? 

 

“Ho fatto le amicizie per tutta la vita durante il periodo passato alla Fiorentina. È la squadra in cui mi sono sentito meglio. I tifosi sono stati meravigliosi e mi hanno amato incondizionatamente. So che vorresti che ti dessi informazioni dall'interno del gruppo, ma non lo farò. Sono bei ricordi e rimangono ancora più preziosi se li tengo per me”. 

 

Di Prandelli invece cosa ci dici? Che atteggiamento aveva prima delle partite? .

 

“Ti racconto una storia del periodo trascorso a Parma, perché lì ho lavorato per la prima volta con il mister Prandelli. Adriano era venuto una mattina stanco. Non so quante partite avesse segnato gol dopo gol. A un certo punto gli abbiamo detto: ‘Dai, Adriano, alzati dal tavolo, sta arrivando il Mister". Prandelli è venuto e invece di toglierlo dal tavolo, gli ha messo una coperta e lo ha lasciato dormire. E nella partita successiva ha segnato due gol. Prandelli è come un fratello maggiore per me, è uno dei miei migliori amici e voglio augurargli tutto il meglio!”. 

 

Per la tua nuova carriera hai tratto qualche insegnamento dagli allenamenti di Prandelli? 

 

“Nella mia carriera calcistica ho lavorato con molti allenatori di valore. Ho cercato di prendere tanto da ognuno, ma non posso nascondere il fatto che ho "rubato" di più dal mister. Per me era più di un allenatore, eravamo molto vicini e ci teniamo ancora in contatto. L'anno scorso ha insegnato alla “Coaching School” in Romania, online, su mio invito. Sebbene conoscessi bene i suoi metodi di lavoro, è comunque riuscito ad impressionarmi”.

 

Cosa credi manchi a questa Fiorentina rispetto a quella della tua esperienza passata? 

 

“Nonostante io guardi le partite della Fiorentina, non ho tutte le informazioni dall'interno del gruppo squadra. È difficile per me esprimere un’opinione dall'esterno e non è nemmeno giusto nei loro confronti. Ma, come ho detto, confido nel mister che troverà un modo per sollevare la squadra”. 

 

Cosa credi serva, allora, a questa Fiorentina? E chi credi possa essere il prossimo Adrian Mutu? 

 

“Prima di tutto, è necessaria la fiducia. Se non ci credi davvero, è difficile ottenere ciò che hai deciso di fare. Il primo passo per il successo è, quindi, crederci. È tutta una questione di coraggio! Il coraggio di essere te, quello che vuoi essere. Forse, in questo momento, la Fiorentina non ha bisogno di un Adrian Mutu, non ho modo di saperlo e non mi importa nemmeno. È importante che la squadra si riprenda e torni al suo posto, in cima alla classifica della Seria A”.

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