Freitas: "Cabral? Bisogna avere giocatori adatti al sistema di gioco. I miei..."
Ai microfoni di Radio Bruno Toscana è intervenuto l'ex DS della Fiorentina Carlos Freitas, sulla stagione trascorsa dai viola, su Cabral e non solo
Sulla stagione appena trascorsa dalla Fiorentina, su Cabral e molto altro è così intervenuto ai microfoni di Radio Bruno Toscana l'ex DS gigliato Carlos Freitas:
“Fiorentina? La squadra sempre protagonista con il pallone. I giocatori dietro, come Terracciano, hanno ottenuto per me la conferma per la prossima stagione. Anche Biraghi, che non sempre è stato apprezzato, quest'anno con una dignità immensa ha portato la fascia da capitano ed è arrivato in Nazionale: il degno edere di Astori. Grande uomo, gran professionista ed ottimo giocatore”.
“Cosa consiglierei di fare con Cabral? Io per rispetto dei dirigenti che ci sono ora non giudico, hanno preso decisioni con coscienza. Però quando si parla di Cabral, Piatek o Simeone, bisogna analizzare l'intera squadra. Il giocatore è uguale, ma il contesto è cambiato. Per raggiungere l'obiettivo bisogna trovare calciatori adatti al sistema di gioco dell'allenatore. L'uomo giusto al posto giusto. Magari bisogna aspettare un po', come fatto all'epoca con Batistuta oppure Simeone quest'anno con l'Hellas Verona”.
“Un po' come avvenuto con Eysseric? Quest'anno Lafont ha vinto la Coppa di Francia, Diks ha vinto in Danimarca ieri, Victor Hugo campione in Turchia, Veretout è arrivato in Nazionale francese. Vlahovic lo sapete meglio di me. I giocatori c'erano e ci sono, tutto poi dipende dal contesto”.
“Dragowski? Secondo me lui ha fatto vedere le sue qualità tante volte. Poi Italiano evidentemente ha voluto fare il meglio per la propria squadra con Terracciano. La qualità c'è, è riconosciuta da altre parti. Ogni tanto, forse, è bene separarsi: andrebbe bene così per tutti”.
“Davide Astori celebrato dalla Fiorentina ottenuta l'Europa? Tra di noi rimane un legame personale per tutta la vita. Quello che abbiamo vissuto in quei momenti rimarrà tra di noi. La memoria di un gruppo unico che ha vissuto un momento che non si augura a nessuno. I successi raggiunti dai componenti di quel gruppo lì sono vissuti come se fossero ancora insieme. Pioli ha vinto lo scudetto, un grande allenatore. Gli mancava solo la riconoscenza mediatica. Per me arriverà in Nazionale, è riconosciuto e rispettato da tutti. Non è facile essere alla Juve, poi all'Inter, al Milan ed alla Lazio e farsi rispettare. Sa ascoltare. Non ha il discorso dell'io ma quello del noi”.
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