Pantaleo Corvino è intervenuto a TMW Radio, durante Maracanà, per parlare degli argomenti del momento. Ecco le sue parole: Preferirebbe un campionato nuovo o si deve necessariamente chiudere questo? E poi che calcio si aspetta? "Ci possono essere provvedimenti in cui non tutti si sentono salvaguardati, ma la situazione ha portato a questo. Serviva fermare il campionato, giocare a porte chiuse non era una soluzione migliore, perché il calcio è uno spettacolo e quando manca la componente tifosi non è giusto andare avanti. Con tutte le componenti d'accordo, si potrebbe parlare di un campionato oltre il 30 giugno, per salvaguardare gli interessi di tutti e non arrivare davanti ai tribunali questa estate. Si può terminare la stagione, salvaguardando tutti, oltre il 30 giugno. Come sarà il calcio dopo? Si stanno avendo molte situazioni negative. Oggi il calcio sta dimostrando di avere problemi economici, si dipende solo dai diritti tv. Se non si tiene conto di questo, vuol dire che la crisi attuale passerà inosservata. Servirà un altro calcio, inevitabilmente, che crei risorse economiche dal proprio interno e che non dipenda solo dai diritti tv. Servono stadi di proprietà e settori giovanili adeguati". Potrebbero cambiare le gerarchie ora e questo non sarebbe giusto: "Tante cose possono non sembrare giuste, ma serve salvaguardare gli interessi di tutti. Aver cristallizzato tutto e ripartire senza danneggiare nessuno, arrivando anche fino a luglio, credo sia giusto. Ci sono interessi economici, oltre che quello della salute. Una volta salvaguardata la salute, si deve far terminare ciò che è da concludere". E' una crisi di sistema questa? "Questa situazione ha creato uno tsunami. Ci siamo trovati ad affrontare una situazione sanitaria grave, che ha mostrato i limiti della sanità. Stessa cosa nel calcio. Servirà agire per cambiare alcuni aspetti". Quando tornerà? "Ho troppa voglia di guardare al futuro. Quello che ho fatto ormai fa parte del passato. Era giusto, dopo 10 anni con la Fiorentina, andare via. Qualche proposta è arrivata, ma preferisco ricominciare nella prossima stagione". I suoi tre acquisti migliori? "Toni, poi diventato Scarpa d'oro, è stato il più importante, ma anche Pellè. Ma poi ci sono tanti altri. Ma anche Jovetic, Vucinic, Ljajic, Neto. Rimpianti? Ho fatto due cicli alla Fiorentina, ma il secondo è il vero rimpianto. Con un monte ingaggi mai superiore ai 38 milioni di euro, siamo arrivati vicini alla zona Champions ma è stato fatto passare per un fallimento". A riportarlo, Tuttomercatoweb.com.
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