L'entusiasmo che circonda l'ambiente viola in questi ultimi giorni era solo un vano ricordo sulle rive dell'Arno. Da tempo immemore infatti le ambizioni della Fiorentina erano molto limitate, per non dire assenti. È bastato un repentino cambio di marcia in direzione Gennaro Gattuso per stravolgere una situazione a dir poco soporifera. Juric prima e Fonseca poi sono stati vicini tanto quanto l'ormai ex tecnico del Napoli ma, diciamoci la verità, i loro nomi non infiammavano la piazza. Certo il buon Ringhio arriva da una stagione nel complesso tutt'altro che trionfante in azzurro: cocente eliminazione ai sedicesimi di Europa League contro il Granada, lo stesso dicasi per la semifinale di Coppa Italia contro L'Atalanta e, dulcis in fundo, la beffa clamorosa subita all'ultima giornata dal Verona che esclude i partenopei dalla prossima edizione della Champions League. Insomma, tirando le somme, peggio di così francamente era difficile solo immaginarlo. Eppure la scintilla è scoccata, e nessuno può oggi affermare il contrario. Quello tra Gattuso e la Fiorentina è amore a prima vista, con buona pace di chi scriveva di alcuni screzi nel corso della partita di campionato tra i viola ed i partenopei. La trattativa è stata messa in piedi magistralmente dal patron Rocco Commisso qualche settimana fa, cercando di lavorare in segreto e d'anticipo fiutando profumo d'agguerrita concorrenza, la quale però si è presentata esclusivamente sotto forma di vaghi interessamenti, come nel caso di Juve e Lazio, che, per motivi diversi, non hanno affondato il colpo. Il presidente ha avuto così vita facile nell'accaparrarsi uno dei tecnici più promettenti del panorama calcistico italiano: dal canto suo Rino può vantare 43 anni d'età, che lo rendono il secondo allenatore più giovane della Serie A appena conclusa, e 4 anni d'esperienza tra Milan e Napoli, oltre alla fortunata esperienza al comando del Pisa. Tuttavia, aldilà dei meri dati statistici, a raccomandare Gattuso ci pensa il bel gioco fornito dal suo Napoli in questo biennio sfortunato solo dal punto di vista dei risultati (che ovviamente non possono essere relegati a dettagli di poco conto): la sua squadra, tralasciando un periodo opaco a metà stagione, in campo ha sempre impressionato per le sue manovre di gioco, per la creazione di opportunità offensive, per la gestione del possesso e per la protezione della propria area di rigore, migliorando così in toto l'annata precedente. Anche i numeri parlano della bontà del suo operato: primo posto per occasioni create, terzo miglior attacco, terza difesa meno battuta: eppure il Napoli si è dovuto accomodare al quinto posto in classifica dopo gli ultimi fatali 90 minuti della stagione, quando il traguardo pareva già raggiunto. Il finale della storia vuole così che il Napoli, per il secondo anno consecutivo, si piazzi nei posti validi alla qualificazione alla Europa League, sfiorando solamente, mai come quest'anno, il ritorno in Champions. Ecco allora che Gattuso e il Napoli dividono le proprie strade a fine stagione: il rapporto tra De Laurentiis ed il suo tecnico si era logorato da tempo, il triplice fischio dell'arbitro e la conseguente esclusione dalla massima competizione europea ha semplicemente sancito l'irreparabile. Nonostante l'amaro finale, il passaggio di Gennaro Gattuso a Napoli viene e verrà considerato più che positivo dalla stragrande maggioranza di appassionati, tifosi azzurri e non. Si spiega così la fiducia che Firenze ripone nel suo arrivo sulla panchina della viola. Tutti in città sono sicuri che Ringhio sia l'uomo giusto per ricostruire la Fiorentina dalle macerie degli ultimi anni e riaccendere una piazza a cui manca sognare. Le conferme di Ribery e Vlahovic ad ora fanno ben sperare, i nomi accostati alla viola in queste ore altrettanto, in attesa delle conferme che dovranno arrivare appunto dal calciomercato mercato prima e dal campo poi, giudice supremo di questo sport. 
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