Vittorio Cecchi Gori condannato in carcere a Rebibbia! Titolo degno di una trama cinematografica, di un film dei suoi per l'appunto. Ed è proprio un sequel quello che sta vivendo Cecchi Gori, condannato giovedì scorso in via definitiva per il crac della casa di produzione cinematografica Safin. Siamo arrivati al culmine di una lunga storia, con un finale che vede l'ex presidente della Fiorentina ricoverato in ospedale a Roma, piantonato dalla polizia penitenziaria. Nessuna possibilità di ulteriore appello, 8 anni e 5 mesi di reclusione da scontare in carcere. "Resisto, supererò anche questa. Ho fiducia nella magistratura. Ma se mi portano dentro muoio. Stavolta muoio" - le parole di Vittorio a Gianfranco Passalacqua, suo legale nonché amico di una vita. Nel mezzo cinema e pallone, lungo una carriera fatta di vette inarrivabili e abissi profondi, proprio come con la "sua Firenze". In nove anni 2 Coppe Italia, 1 Supercoppa Italiana ed uno scudetto sfiorato, l'equivalente dei 3 Oscar vinti per "La vita è bella", film prodotto nel 1997.  Ma non sembra un finale felice quello che si prospetta per Cecchi Gori, al termine della degenza, infatti, è previsto il trasferimento nel carcere romano di Rebbibia. Un fallimento che sembra non lasciare scampo, proprio come accadde con la sua Fiorentina. In una domenica senza Viola (con la gara di Udine rinviata al 13 maggio), ci ha pensa Vittorio a "riempire" la giornata... e magari a scaturire qualche bel ricordo, oltre il rancore. Perché nessun tifoso Viola, guardando indietro nel tempo, credo potrebbe tifare per un finale drammatico.
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