FiorentinaUno.com ha intervistato Bartłomiej Dragowski in collaborazione con i colleghi di Violanews e Fiorentinanews. Una bella chiacchierata in questo momento dove il calcio è fermo e dove le priorità sono ben altre... Iachini e Commisso. Avete avuto modo di sentirli nel corso di questo periodo. Che tipo di messaggi vi hanno inviato? Cosa vi hanno detto? "Certo, il Presidente ed il Mister ci hanno fatto costantemente sentire il loro appoggio. Il Mister cerca di tenerci su di morale e, per quanto possibile, cerca di indicarci del lavoro da svolgere a casa. Il Presidente è incredibile, lo dimostra la bellissima lettera che ha scritto. Ci fa sempre sentire tutto il suo sostegno e prova a darci entusiasmo anche nei momenti difficili come questo. Il suo grande cuore l’ha dimostrato anche con l’iniziativa Forza e Cuore, è una delle iniziative che sta riscuotendo più successo in Italia a dimostrazione della generosità del nostro Club e dei fiorentini" Fino a quando il campionato era in corso eri riuscito a parare due rigori. Cosa hai fatto per migliorare questo fondamentale per un portiere (tra l’altro reso ancora più difficile dal nuovo regolamento)? E quanto ti è dispiaciuto essere battuto due volte da Ronaldo dal dischetto? "Cerco di lavorare e migliorare ogni giorno su ogni fondamentale. Studio sempre i miei avversari, soprattutto gli attaccanti, guardo video per cercare di capire i loro movimenti, il loro modo di calciare, naturalmente anche il modo di battere i rigori. Per quanto riguardo Ronaldo, è un grandissimo calciatore, certo mi sarebbe piaciuto parare un rigore anche a lui ma è molto complicato, lui ne ha sbagliati davvero pochissimi in carriera". Vista la risolutezza con la quale l’Italia ha affrontato l’emergenza sanitaria, sei ancora più contento del fatto di aver accettato la proposta che ti ha fatto la Fiorentina ad inizio stagione? "Io, a prescindere da tutto, sto molto bene a Firenze ed in Italia. La Fiorentina è un grandissimo Club, storico, ha una Proprietà molto importante ed ambiziosa, qui posso crescere e togliermi delle soddisfazioni. Sono stato sempre convinto della scelta fatta e lo sono ancor più adesso". La Polonia sembra essere meno colpita delle altre nazioni dal coronavirus. Ti tieni in contatto con parenti e amici? Cosa sta succedendo là? "Certo, mi sento sempre con i miei famigliari ed amici. Sento molto la loro mancanza e certo c’è un po’ di preoccupazione. In Polonia la situazione sembra più tranquilla rispetto all’Italia ma non so da che fattori possa dipendere tutto ciò, certo è che non bisogna abbassare la guardia e occorre sia qui che nel mio Paese seguire tutte le direttive che vengono impartite dalle Istituzioni, solo così se ne può uscire". Questo modo di allenarvi a distanza pensi possa essere riproponibile in parte anche in futuro? "Penso che questa sia una situazione emergenziale. Il calcio è fatto di allenamenti sul campo, di spogliatoio, di gruppo, di compagni. Ora è giusto fare in questo modo per tenersi in allenamento nel limite del possibile ma credo che, quando tutto fortunatamente sarà finito, bisognerà tornare ad allenarsi come sempre". Pensi che sarebbe stato giusto fermarsi magari una settimana prima? "Sono decisioni molto difficili da prendere. Tutti possono giudicare ma coloro che poi effettivamente decidono hanno delle scelte difficile da fare. Se si è deciso di giocare, evidentemente erano state valutate tutte le situazioni, poi c’è da dire che questo è un nemico nuovo e sconosciuto quindi non è facile per nessuno decidere in breve tempo per il meglio". Che reazione hai avuto a livello emotivo non appena hai saputo che alcuni tuoi compagni erano risultati positivi al tampone del Covid – 19? "Sinceramente ho avuto paura e mi sono preoccupato molto per loro. Sono miei compagni, passo con loro quasi tutta la mia giornata. Ho avuto davvero paura ma ora, per fortuna, stanno tutti bene". Raccontaci una tua giornata tipica di quarantena, cosa ti piace di più fare…giocare alla play, leggere, cucinare…quale piatto italiano ti riesce meglio? "Diciamo che cerco di diversificare il più possibile le mie giornate anche se poi, purtroppo, le cose da fare finiscono. Diciamo che cerco di tenermi in allenamento seguendo il programma che ci viene mandato, poi gioco un po’ alla play, leggo qualche libro, guardo delle serie tv o film, ascolto musica, ogni tanto mi diletto a cucinare anche se non sono proprio bravissimo. La cucina italiana è davvero straordinaria, credo sia la migliore del mondo, visto che siamo a Firenze se devo proprio scegliere un piatto, dico la fiorentina". A parte gli allenamenti ai Campini e le partite allo stadio, qual è il luogo di Firenze e le abitudini che ti mancano di più, ora che non è possibile uscire di casa? "Firenze è una città meravigliosa, è difficile indicare un luogo che mi manca di più in particolare, ci sono davvero tantissime cose da fare e da vedere, Firenze è un museo a cielo aperto che non vedo l’ora di poter tornare a visitare".
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