Nell'edizione odierna di America Oggi è possibile leggere due approfondimenti in merito alla delicata questione legata al presidente della Fiorentina Rocco Commisso e la Gazzetta dello Sport, più precisamente nella persona di De Caro. Il primo, estratto qui riportato fa parte di un articolo a cura di Vincenzo La Gamba:

"Rocco, a differenza degli altri suoi colleghi Presidenti Calcistici, nati in America, è venuto non solo a comprare la Fiorentina ma "offrire" un centro sportivo alla Viola e che è uno dei migliori in Europa. Voleva "pagare" di tasca sua per un Nuovo Stadio moderno e funzionale che il Franchi non lo è. E apriti cielo! I burocrati tutti contro di lui! Faccio fatica a pensare che chi come il Dott. Rocco Commisso vuole sbalordire per investimenti viene preso a pugni in faccia dalla stampa locale e nazionale (Leggi Gazzetta dello Sport). Ma come il bel Rocky di Sylvester Stallone subisce ma poi alla lunga vince i titoli di pugilato, mettendo i suoi avversari K.O". 

Il secondo estratto, sempre relativo alla sopracitata questione, fa parte di un articolo integrale battuto da Domenico Delli Carpini: 

"I termini spesso utilizzati negli Stati Uniti per indicare gli emigranti italiani si ricollega-
no a pregiudizi che nulla hanno a che fare con la retorica degli “italiani brava gente”, ma sono dei veri e propri insulti a cui gli immigrati ormai hanno fatto il callo. O quasi. A dimostrare che le brutte abitudini e le accuse sono sempre di attualità spesso e volentieri ci pensano proprio gli italiani rimasti in Italia che con gli “immigrati-esuli” hanno sempre avuto un rapporto... difficile. Sì, perché se inmoltissime lingue del mondo sono stati coniatiepiteti non proprio lusinghieri per definire e descrivere il popolo italiano all’estero, a renderli ancora più denigratori, diventando veri e propri insulti etnici, ci pensano proprio... gli italiani. Alcune definizioni sono state raccolte negli anni da variesponenti del mondo del giornalismo (Gian Antonio Stella in particolare), altre invece sono state coniate... in Italia: zio d’America, paisà, mafiosetto, etc, evidenziando pregiudizi tutt’altro che scomparsi. Il caso più recente è quello del giornalista della Gazzetta dello Sport, certo De Caro, e altri esponenti della carta stampata e di siti Internet, che nel descrivere Rocco Commisso, il magnate italoamericano di origini calabresi, proprietario e presidente della Fiorentina lo hanno definito tra l’altro: “Zio d’America”, “Attila”, “Erdogan del calcio”, “Rocco Benito”, Padre padrone”, “macchietta”, “don Rocco” e altre chiare allusioni di “stampo mafioso”. 

Se un giornale (o un giornalista) qualasiasi avesse descritto un Agnelli, Lotito, Friedkin, De Laurentiis, etc., in termini simili, possiamo solo immaginare quali sarebbero state le ripercussioni immediate sia per la testata come per l’autore: dall’ostracismo, al patibolo, alle denunce per non parlare di altri metodi forse qui non elencabili. Commisso, dopo aver subito per anni gli insulti della stampa italiana, alla fine, da galantuomo qual è non ha scelto la vendetta (politica o sociale) ma la querela".

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