Una missione da coach per Prandelli: vincere e scacciare le paure
Dopo la sconfitta con il Benevento c'è subito un'occasione di riscatto: la gara di Coppa Italia con l'Udinese. Il vero ostacolo però è dentro la testa dei giocatori viola, apparsi remissivi e spenti.
Con più dubbi che certezze, stressata dalle polemiche, l'esonero di Iachini una ferita ancora aperta, la Fiorentina si ripresenta in Coppa Italia. L'ultima volta è riuscita a non pareggiare e perfino a non perdere con il Padova falcidiato dal Coronavirus. E ripensandoci adesso sembra pure un trionfo. Uno degli ultimi di questo mesto inizio di stagione. Terracciano e la Dea Fortuna – che dovrebbe aiutare gli audaci ma non pare questo il caso – hanno regalato il passaggio del turno ed ecco l'Udinese. Una sfida che mette di fronte due lungodegenti del calcio nostrano, vicine di casa nel monolocale di Vicolo Stretto in fondo alla classifica. Cesare Prandelli quest'oggi (la testuale della conferenza stampa) ci ha tenuto a sgombrare il campo da qualunque dubbio. Non è tempo del calcio spettacolo. Anche perché in Riva d'Arno ne mancano i profeti e non da ora. Forse nemmeno lui si sarebbe aspettato di trovare una situazione del genere. Un insieme di singolarità discordanti, non di rado ancora larvali, più che un gruppo, men che meno una squadra. Più che un allenatore (il terzo, precisiamo) insomma, servirebbe una seduta di gruppo, un corso motivazionale, nei casi estremi un po' di stregoneria. Se non altro il Mister di Orzinuovi ha individuato una personalità cui fare affidamento: è ancora una volta capitan German Pezzella il faro della squadra. L'ultimo precedente in campionato. Il confronto dello scorso 25 ottobre, sebbene si fronteggiassero l'arida Udinese di Gotti e la Fiorentina cappellinata, offrì ricchi premi e cotillons. E pure tanta sofferenza visto che per poco l'Udinese non ha fatto il miracolo di rimontare da sotto di tre. Ultima notazione: tra i convocati di Mister Prandelli non risulta alcun giornalista.
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