L'Italia si prepara a ricevere il picco di casi legati al Covid-19 mentre l'emergenza prosegue. TV accese ma senza partite di calcio, per provare ad unire un po' la situazione riguardante il Coronavirus ed il pallone abbiamo intervistato in esclusiva l'ex attaccante della Fiorentina Marco Nappi. Da oltre un anno, Nippo vive ed allena in Cina. Pochi meglio di lui possono provare a descrivere la tribolata situazione attuale: Marco, in questa situazione estremamente delicata dove stiamo sbagliando noi e dove ha fatto meglio la Cina? "Loro sono stati da subito bravi a fare le scorte alimentari e rinchiudersi in casa, in Cina hanno bloccato subito tutto. Ci siamo arrivati anche in Italia a chiudere la maggior parte delle cose ma in ritardo, non siamo ligi al dovere. I cinesi non scherzano, controllano tutto e se vedono qualcuno fuori casa lo riportano a casa o nelle strutture. Noi italiani non siamo organizzati come loro, questo è poco ma sicuro". Adesso il posto più sicuro sembra essere proprio la Cina... "Esattamente, tanti cinesi da diverse parti del mondo vogliono tornare a casa proprio per questo. In Europa abbiamo sottovalutato il problema, non solo in Italia perché lo hanno fatto anche le altre Nazioni, compresi gli americani. La superficialità è stata un elemento chiave, in Cina hanno affrontato subito il problema e oggi non hanno registrato più contagi. Un mio amico sposato con una ragazza cinese rientrato a Qinhuangdao, la città dove abito io, è tornato ed a Pechino gli hanno fatto tutti i controlli, poi lo hanno portato alla stazione dei treni per ulteriori accertamenti. Nel viaggio lo hanno fanno stare in un vagone a parte insieme alla moglie, a Qinhuangdao sono stati prelevati da un'ambulanza e portati in una struttura pagata dal governo dove hanno iniziato la quarantena. Sono semplicemente più organizzati". Anche a lei toccherà una nuova quarantena al momento del ritorno in Cina... "Esatto, me lo hanno già comunicato. L'attività sportiva ripartirà a maggio, dovrò andare due settimane prima e stare in quarantena prima di ricominciare gli allenamenti con i ragazzi". Provando a parlare di calcio, che scenario si immagina nel caso il campionato dovesse ripartire? "Io sarei per l'annullamento del campionato, azzeriamo tutto. Diremo che nel 2019-20 il calcio non c'è stato perché abbiamo dovuto pensare a cose più importanti. C'è di mezzo la salute e non si scherza, capisco che squadre come il Benevento che stava dominando la B possano arrabbiarsi. Ma cosa valgono uno Scudetto ed una retrocessione in confronto alla vita? Niente. Non dobbiamo trascurare questo virus, sono stati colpiti anche dei calciatori, chi ci dice che non possa avere delle ripercussioni in futuro su di loro?" Che ripercussioni immagina sul mondo del pallone? "Ho sentito della possibilità di tagliare il 30% degli stipendi e tante altre, credo ci sia tanta confusione in questo momento. In questo periodo dobbiamo solo pensare a risolvere i problemi del COVID-19, non ad altro. Anzi, quando finirà tutto metterei al governo medici, infermieri, portantini degli ospedali, gente che sta rischiando la vita per metterci al sicuro. Anche mia figlia studia medicina, a gente come loro va il mio plauso, non a personaggi come quelli del governo. Sono loro le persone importanti, non chi si improvvisa benefattore solo adesso con donazioni da 10 milioni, la gente deve sapere che queste persone hanno anche un riscontro fiscale in queste situazioni. Ogni anno servirebbe un loro contributo alla ricerca, adesso è troppo facile". Iachini lo vede tecnico anche in futuro oppure è stata una soluzione per ridare un po' di ossigeno? "Io mi metto dalla parte degli allenatori, perché lo sono ed ho giocato anche io. Si parla sempre di cambiare perché abbiamo l'ansia, non facciamo mai lavorare con calma i tecnici. Pioli ad esempio aveva fatto bene, poteva essere l'allenatore giusto così come adesso credo che lo sia Beppe. Però i mister vanno messi nelle condizioni di poter operare, con tempo e materiale a disposizione. Poi se le cose vanno male è giusto che paghi il tecnico, ma non sono sempre sue le responsabilità. Dovrebbero rimetterci di più anche i dirigenti, firmano contratti di 5 anni e poi si mettono a sedere senza dare più il 100%, eppure contribuiscono anche loro a creare le squadre". Andrà tutto bene, lo sentiamo sempre di più... "Andrà tutto bene se stiamo a casa, è la cosa più importante. Siamo ad un passo dal picco, non serve cantare l'inno sui balconi se poi non seguiamo una regola tanto semplice. Ho visto il video di quel tizio che sputa sulla frutta al supermercato, in Cina una persona così farebbe 20 anni di galera. Mi auguro che vengano presi provvedimenti".   Articolo di Vincenzo Pennisi
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