Foto di Giacomo Morini ©
Foto di Giacomo Morini ©


 

Andiamo subito a dire che i numeri delle maglie non sono quelli che ci interessano, ma i movimenti compiuti dai rispettivi calciatori.

Perché scegliere questa formazione?

Perché sono i calciatori che più mi convincono.

Comunque, questa (voglio sottolinearlo) resta una delle possibili formazioni e non l’unica.

Ma andiamo a capire dettagliatamente le motivazioni di tali scelte:

  • Terracciano: portiere che non ha qualità eccelse coi piedi (caratteristica non obbligatoria tra gli estremi difensori, seppur sempre benvenuta), ma sa comandare bene la linea di difesa e scegliere il tempo delle uscite.
  • Quarta: scelto per la sua visione di gioco e per il suo “piede educato”. Da quella posizione avrebbe l’opportunità di sfruttare appieno queste sue caratteristiche, riuscendo nell’intento di molte verticalizzazioni che favoriscono la manovra offensiva.
  • Milenkovic-Ranieri: entrambi ex fluidificanti (anche se il serbo più “fermo” nel ruolo) posseggono maggiore fisicità rispetto a Quarta, ma anche abbastanza tecnica (per capirci: non ai livelli Gonzalez) da poter appoggiare la manovra in fase offensiva e fungere da marcatori a uomo nella loro metà campo, proteggendo le fasce con scalate o (nel mio caso) “rotazioni”.
  • Amrabat-Mandragora: tanti polmoni e tanti palloni recuperati. L’italiano sa anche concludere da fuori e potrebbe essere un’arma in più nello sviluppo della manovra offensiva; mentre il marocchino ha caratteristiche simili al “vecchio” centromediano metodista: recupero palla e primo passaggio. Oltre alla grande quantità nella protezione della terza linea.
  • Terzic-Dodò: sanno spingere e disegnare cross di pregevole fattura, anche in condizioni al limite dentro spazi angusti. Inoltre, altra qualità, entrambi riescono a saltare l’avversario. Buone, ma non eccelse, le loro fasi difensive.
  • Castrovilli-Gonzalez: due calciatori che si accentrano e attaccano la profondità. Conoscono come muoversi tra le linee, crossare, creare superiorità numerica al centro e sulle fasce. Sanno concludere e farsi trovare pronti sul secondo palo durante i traversoni.
  • Cabral: può giocare da boa. Bravo nella protezione della palla e nel servizio delle ali o mezze ali. Sa attaccare il primo palo e lo spazio più diretto verso la porta. In area di rigore riesce a tenere palla e giocare gli uno-due nello stretto. Finalizzatore e “animale” da area piccola. Ottima progressione e tecnica.

Questa la breve presentazione della formazione iniziale.

I movimenti durante la fase difensiva:

La zona critica:

Come spiegherò in un altro articolo, la “Scatola Difensiva” ha 4 princìpi:

  1. Rotazione
  2. Asimmetria.
  3. Linee di passaggio.
  4. Accompagnamenti.

Qui ci rifaremo in parte ad essa, quasi fosse un’anticipazione.

La zona rossa evidenzia, all’incirca, l’ambiente di pressione a cui la viola sottoporrà gli avversari e di cui apporrà i limiti.

Premetto, la zona critica sarà l’unica situazione difensiva che esaminerò, altrimenti sforeremmo in un vero e proprio saggio:

La evidenzio come critica, perché all’interno della macro-zona che io definisco “la via più diretta per far gol”. In quanto, logicamente, da porta a porta è la via più rapida per segnare.

Adesso, però, arriviamo al punto: quali movimenti compirebbe la Fiorentina nel caso in cui subisse un’offensiva proprio all’interno della zona critica:

Non so se abbiate mai giocato un doppio a ping pong o a tennis, ma una palla che arrivi nel mezzo, chi se la senta, avvertirà l’altro e interverrà per ribatterla dall’altra parte.

Qui il caso è il medesimo: Amrabat comunica e accorcia la distanza dall’avversario. Mandragora ruota alle sue spalle, togliendo la possibilità di uno scavetto fatto con comodo. Castrovilli compie pure lui una curva e si accosta, quasi, al sopracitato Mandragora:

Ora voi direte: “Ma quali curve?”. Infatti avete ragione.

Talmente siamo “facilisti” (“facile” antinomia di “semplice”) che vogliamo vedere lo spazio dritto e basta.

Così, nel calcio odierno, vengono utilizzate tre sole tipologie di traslazione:

  1. Diagonale (/).
  2. Parallela (–).
  3. Inserimento (|).

Ecco perché, persino nell’applicazione che utilizzo, vengono esclusivamente considerate queste. Eppure lo spazio curva. O, almeno, tutto è vero nella propria misura, ma, in ogni caso, vediamo di non squalificare qualcosa a discapito d’altro. Ne risentirebbe la creatività e, dunque, la conoscenza. Detta spicciola: ok alle convenzioni, senza scordarci di ascoltare le particolarità.

Io, alle tre precedenti traslazioni, ne aggiungo altre due:

  1. Curva.
  2. Uncino.

Inoltre, prima di ritornare all’analisi della “zona critica”, riconosco una sola legge nel calcio (per ora): “La Legge delle verticalità”. E i suoi tre princìpi:

  1. Principio di ambientalità.
  2. Principio di convergenza.
  3. Principio di chinesiologia.

Torniamo alla zona critica.

Quello che si andrà a formare, sarà un 3+2: 3 difensori + 2 mediani.

Adesso, ci sarebbero da aggiungere altri dettagli. E verranno aggiunti. Non tutti ovvio, ma solo per non esagerare un articolo già diviso in due.

Partiamo dalla mia maniera di vedere il calcio: la difesa deve, ripeto, deve essere più ampia del centrocampo, perché questo è la parte fondamentale e non le terze linee.

Inoltre, la linea del fuorigioco, la marcatura a uomo (soprattutto se a tutto campo) e la difesa a zona posso valutarle come possibilità di scelta, ma non come scelte. Sopra ho detto: rotazione, asimmetria, linee di passaggio e accompagnamenti. Così per me è.

Non esiste il pericolo, cioè, secondo i tecnici, o la palla o il calciatore avversario. Esiste l’ambiente con le sue macro e micro zone e le sue sezioni. Il calciatore deve essere addestrato e disciplinato alla creatività e alla percezione spaziale. Uso “addestrato” e “disciplinato” non a caso (però non li approfondirò qui, ovviamente). 

Divido due fasi dell’addestramento (allenamento):

  1. Schematizzazione: quella che sto esponendo ora, cioè movimenti da ripetere in maniera esteticamente normalizzata per il fluire della funzione. Qui i calciatori sono funzionalità con caratteri generali. Perciò sostituibili per il mantenimento del ritmo standard della funzione.
  2. Tattica: antinomia dello schema, viene decisa sul momento. I caratteri estetico, ripetitivo, funzionale sussistono, ma non come obiettivi. Il ruolo, ad esempio, che non è altro che la sezione dell’ambiente, dove il calciatore ottiene una visione globale del campo da gioco, qui diviene uno dei materiali di accrescimento conoscitivo (avrei la mia teoria a riguardo, però non mi dilungherò oltre).

Ritornando a noi.

Ci potremmo chiedere: Gonzalez, Cabral, Dodò e Terzic a cosa servono?

Bene, adesso ve lo spiegherò:

Qui sopra abbiamo le tre zone critiche, dopo la rotazione del centrocampo. Qui sotto vedremo alcuni utili movimenti per reagire a possibili giocate avversarie:

Nel caso in cui il rivale volesse passare all’indietro, il primo e più immediato movimento difensivo sarebbe quelle di spostare Terzic nella zona 1. Ma se, invece, volessimo essere audaci, potremmo optare per questo movimento anticipato:

Cabral ruota assieme a Gonzalez. Rotazione lieve, perché, come spiegherò nella “Scatola Difensiva”, la viola non deve aggredire, ma indurre, indurre in errore l’avversario attraverso l’orientamento. 

Si può manovrare con e senza la palla. Basta prolungare la situazione di stress con l’uso dell’indecisione (metodo invasivo-psicologico, altro argomento che non potrò approfondire).

Questo è il motivo, per il quale non trovo il bisogno della marcatura a uomo, ad esempio. Non ha senso limitare tutto a degli scontri fisici, perché, vivendo in una società dove tutti siamo uguali e, di conseguenza, esiste una differenza e, altra conseguenza, un migliore e un peggiore, nessuno, neanche il più “debole” (vista la legge del più forte (legge in cui io non credo)) si farebbe sottomettere. Soprattutto se obbligato allo scontro.

Nel caso in cui l’avversario passasse la palla nella zona 2, potremmo utilizzare un gegenpressing (non-aggressivo) con Mandragora, Milenkovic e Dodò:

(PS: se ci aveste fatto caso, Mandragora e Castrovilli non sarebbero proprio accostati; ma ciò ha un solo motivo: il dinamismo porta, di per sé, all’asimmetria. Questo va a sottolineare la causa, secondo la quale io trovi che le linee orizzontali dritte, composte da ogni tecnico (non allenatore(argomento: antinomia allenatore-tecnico)) all’interno dell’ambiente di pressione, siano forzature e complicazioni (sarebbe un argomento da sviluppare, ma che, ovviamente, non svilupperò qui))

Ricordatevi che Quarta, Ranieri e Terzic ruoterebbero, se Milenkovic dovesse alzarsi:

Inoltre, come spiegherò sempre nella “Scatola Difensiva”, la rotazione serve a mantenere l’ambiente di pressione ed evitare l’arretramento (o, comunque, limitarlo).

Poi Quarta, realmente, deve essere più avanzato di Ranieri. Nella Scatola Difensiva e, in generale, nel mio modo di vedere il calcio: per il fluire della manovra si deve rispettare l’asimmetria.

Altra cosa sulle mie idee calcistiche: qui vi facilito distinguendo fase difensiva e offensiva. Io non faccio alcuna distinzione, poiché, stando a quanto anticipato sopra, “si può manovrare con e senza palla”. E il possesso palla non è forzatamente manovra. Per completezza: anche il non-possesso (argomento: antinomia manovra-possesso/non-possesso palla).

Nel caso di un passaggio nella zona 3, si può utilizzare, all'incirca, la medesima soluzione della zona 2.

Per la fase difensiva concludo qui.

FiorentinaUno, segui i nostri profili social: Instagram, Facebook e Twitter
Ex viola, Donadel nuovo tecnico dell'Ancona

💬 Commenti