Il doppio ex Angelo Di Livio ha parlato a La Gazzetta dello Sport: "La solidità della Juve non dipende dall'allenatore: funziona la società, il resto viene da sé. Certo, Sarri troverà qualche difficoltà, ma sarà protetto dall'ambiente. Per i viola no, tutto è diverso e bisogna fare in fretta: Firenze ha bisogno di tanti fatti e poche parole. Ma a Commisso dobbiamo riconoscere un merito: ha ridato passione ed entusiasmo. Ribery, anche se non è giovanissimo, può essere in piccolo quello che Cristiano è stato per la Juve: il talento su cui tutti puntano gli occhi. E il francese una piazza così passionale forse non l'ha mai vissuta. Ma il vero colpo di Commisso è l'aver tenuto Chiesa. Fede l'ho visto crescere, da bambino giocava con mio figlio dietro alla porta del Franchi: so bene quanto possa ancora dare. Ma da Sottil a Castrovilli, Montella ha tanti giovani, Bernardeschi deve stare tranquillo: ha grandi doti atletiche, come esterno destro che rientra è perfetto nel gioco di Sarri. A Sarri, la Juve chiede un passo avanti nel modo in cui si arriva al successo. Sarri ha dovuto gestire subito questa grande abbondanza: non è facile! Penso, ad esempio, che sia un azzardo rinunciare così a Mandzukic, ma il tempo dirà chi avrà avuto ragione. Resto dell’idea che il gioco migliore ce l’abbia chi vince e anche la Juve di Sarri ha tutto per continuare a farlo. Ronaldo ha imparato quanto sono bravi a marcare i nostri difensori e quanto non sia vero che il nostro campionato sia di basso livello. Sono, però, soprattutto gli altri che dovrebbero imparare da lui: ad esempio, certi giovani che si sentono già arrivati e che, con tutto il rispetto, prenderei a badilate…"
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