Chi pensava che avere un presidente oltreoceano potesse far sentire lontananza e distacco con la proprietà all'ambiente viola ha di che ricredersi. Commisso c'è e si sente, eccome se si sente. Si sente nei momenti di assenza, quando il mondo viola è nelle mani di Barone e Pradé, ma soprattutto nelle sue visite a Firenze. Il presidente è ovunque, che sia alla partita della prima squadra o a quella di giovani e Women's, che sia alla premiazione delle vecchie glorie o al Mayer, in comune per le questioni relative allo stadio, nei media, o negli incontri di mercato. La visita di Commisso trova una Fiorentina depressa, con Federico Chiesa sulle prime pagine di tutto i giornali, in crisi di risultati e la ritrova poco dopo con, se non altro, una strada ben delineata da percorrere e qualche arma in più. Una strada che imparando dagli errori e costruendo da quanto di buono fatto vuole riconsegnare ai suoi tifosi una viola rinata. Partiamo dal primo punto. La grande fiducia dei tifosi nella nuova proprietà è stata la benzina del rinato entusiasmo fiorentino in estate. Una benzina che il presidente alimenta ogni volta che prende parte a iniziative, eventi cittadini, e che parla di Fiorentina, stadio, progetti, ambizioni. Ecco perché la presenza a 360 gradi di Commisso e il suo volere mettere la faccia a difesa della squadra ha avuto l'effetto di smorzare almeno in parte la tensione che si iniziava a percepire nell'ambiente e di ridare fiducia dopo il periodo difficile. Un altro risultato conquistato dal patron è che le voci sul "mal di pancia" di Federico Chiesa sono drasticamente diminuite, e che il giocatore domani contro il Torino tornerà probabilmente a guidare la squadra dal primo minuto recuperato fisicamente ma soprattutto mentalmente. Commisso, resosi forse conto delle controindicazioni dovute alla linea dura intrapresa in estate di fronte a quella che pareva essere la volontà del giocatore, ha invece scelto di mediare. "Vorrei che rimanesse per sempre, ma anche la sua volontà a fine anno andrà valutata" ha dichiarato oggi. Se sarà rinnovo, addio, o entrambi non è dato saperlo, ma intanto avere il vero Chiesa da qui a fine stagione fa tutta la differenza del mondo. Poi c'è il campo e le tre sconfitte consecutive. Presidente e dirigenza hanno scelto di sostenere Montella. Valutare giorno per giorno, tenendo conto delle difficoltà che ha dovuto affrontare l'allenatore per via della rivoluzione estiva, è una linea che la società viola ha deciso di intraprendere almeno per il momento, nonostante mormorii e nomi di possibili sostituti. Fiducia, un Chiesa recuperato, una incetta di fiorentinità. Queste le armi che Commisso ha messo in mano a Montella. Ora sta a tecnico e squadra seguire la via tracciata dal presidente. I progressi contro il Cittadella servono, ma non bastano. Domani contro il Torino servirà un segno che dica che sì, la via tracciata è pronta per essere percorsa, e che eviti di rientrare in una spirale negativa che a Firenze si è vissuta sin troppo. Commisso sa aspettare e difendere quando si tratta di tecnico e squadra, ma come dimostrano le continue pressioni per campo e centro sportivo, non sembra essere uno che accetta passi indietro.
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