Il centrocampista dell’Inter Matias Vecino ha parlato al podcast Colpo di testa. Questi alcuni passaggi riportati da L’Interista: “Cosa si prova ad essere campioni d’Italia? Sicuramente sono felicissimo perché è un risultato importante e qui non si raggiungeva da molto tempo. Mi dispiace solamente che sia arrivato nell'anno degli stadi a porte chiuse perché non si capisce la dimensione di quello che si è ottenuto. Credo che rimanga quello che è successo in campo".
E' soddisfatto della sua carriera?

"Alla Fiorentina ero uno sconosciuto e non è stato semplice, ma oggi se guardo indietro e vedo da dove sono partito e dove sono adesso direi di essere molto soddisfatto. Nella vita si ha sempre degli obiettivi importanti, ma il cammino per raggiungerli è lungo".

Quanto è stato difficile superare l'infortunio? "Difficilissimo. Già prima del lockdown avevo avuto dei problemi, ma a maggio stavo peggio perché c'era un edema osseo. Ho provato ad andare diverse volte a Barcellona per una terapia conservativa, mi allenavo bene per diversi giorni, ma quando arrivava il momento di forzare non stavo bene. I dottori hanno fatto di tutto per evitare l'operazione, ma qualcosa andava fatto e mi hanno suturato. Da lì è iniziato il recupero e dopo due mesi il ginocchio cominciava a gonfiarsi. Io personalmente non avvertivo niente, ma chiaramente qualcosa non andava e a Barcellona mi hanno detto di operarmi ancora per paura di un'infezione. Il problema si è scoperto fosse uno dei punti che mi avevano dato... Ripartire di nuovo da zero... Mi sono detto di rimanere là a Barcellona finché non sarei tornato a posto e così ho fatto da settembre a dicembre. La ricaduta è stata dura da superare soprattutto psicologicamente".

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